Succo di Zucche

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  1. Talitha¼
     
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    Danteparlatopensato detto da altri


    Era tardo pomeriggio, e il placido sole della città di halloween stava tramontando tingendo il cielo di un rosa intenso.
    Dante stava passeggiando solo, con le mani in tasca, nel campo di zucche a est della città scalciando un sassolino che, durante il tragitto, aveva deciso di diventare il suo divertimento temporanea.
    Era appena stato in città, dove una moltitudine di gente e mostri di ogni genere imperversava nel mercato.
    Urla, gridi, pianti e risa....troppa confusione tutta in una volta!
    E, come se non bastasse, più e più volte fu fermato da gente che li chiedeva di leggi e della prossima festa che il municipio avrebbe organizzato.
    Sei un regnante! Devi essere al servizio del tuo popolo! li avevano detto una volta: ma lui faticava a considerare un fantasma urlante e una ragazza scheletro pressante e insistente parte del suo popolo.
    Così, a testa china sul terreno ghiaioso calciando il piccolo sassolino nero, se ne stava zitto ad ascoltare il lugubre tintinnio della sua fedele compagna stretta nella federa di pelle che pendeva alla sua sinistra.
    Al contrario degli altri giorni, oltre al solito pantalone nero e anfibi scoloriti e consumati, indossava una maglia nera a maniche lunghe, scucita sul collo e con qualche buco nelle sue estremità, che era diventata indispensabile contro il freddo dell'inverno.
    Ma nonostante questo e nonostante sentisse la sua pelle irrigidirsi al freddo vendo, non si sarebbe mai permesso il lusso di un cappotto: costringere le sue grandi ali palate per colpa di un'pò di stoffa li sembrava una cosa assurda!
    Solo la sua armatura in diamante nero meritava tale sofferenza, e quindi, sopportava di buon grado i brividi che, alle volte, lo scuotevano da parte a parte.
    Dante si fermò di colpo, lo sguardo al cielo: il sassolino si era andato a nascondere in mezzo alle terrificanti zucche ai lati del sentiero e, con la luce che si era fatta di colpo più flebile, li sarebbe stato impossibile recuperarlo.
    Dante tremò con l'ennesimo alito di vento gelido che lo investì -brr esclamò, senza minimamente preoccuparsi di essere sentito (era solo, in un campo per lo più buio....chi mai avrebbe potuto incontrare?) e, incassando ancora la testa nel collo, si arrotolò la lunga coda nera attorno alla gamba destra per toglierla dalla gelida aria: il tepore fu immediato, e con un gemito di piacere rilassò le spalle per permettersi una posizione più comoda.
    Sarebbe potuto tornare a casa, lontano da questa gelida pianura sommerso da sguardi terribili e spaventosi come zucche a riscaldarsi in un caldo e afoso gayser o immergere i suoi piedi in un rivolo di lava incandescente.
    Eppure....questo luogo lo attraeva, la sua pace lo attraeva.
    Fu un attimo, non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo che, senza volerlo, inciampò con la parte estrema della coda ancora attorcigliata alla gamba in una radice di zucca che veniva fuori dal campo e così, cadde, quasi come un peso morto, sul campo di zucche alla sua destra.
    Si rizzò a sedere subito:
    Una mano e un piede, erano interamente finiti dentro delle zucche e sentiva il succo polposo al suo interno sporcargli i lunghi artigli e la scarpa, anche la maglia era sporca di arancio per colpa degli ortaggi che aveva schiacciato al momento dell'impatto.
    -ah no! si lamentò il demone, scaraventando la zucca attaccata alla mano lontano da sè, sul sentiero.
    -Adesso me ne devo anche andare...che cavolo dico se la gente mi vede così?- e, nel lamentarsi, tentava inutilmente di scalciare via l'altra zucca.
     
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    Una risatapiena e graffiata partì dalla sommità della collina: il re del terrore aveva visto la scena.
    Egli stava casualmente camminando per la piazza quando aveva visto Dante dirigersi verso il campo di zucche...e aveva decio di seguirlo: i propositi erano i migliori!Poichè non scorreva buon sangue tra di loro, Jack aveva deciso di spendere due parole con il demone...quanto meno per riappacificarsi momentaneamente!
    L'altissimo scheletro si era mosso a passi silenziosi, senza farsi vedere: infatti se qualcuno l'avesse visto, di sicuro l'avrebbe acclamato o avrebbe gridato il suo nome come si fa al mercato,a ttirando così l'attenzione di Dante...non era questo che voleva.
    Il re invatti aveva deciso di nascondersi fino a quando il demone non fosse entrato nel campo deserto:lì avrebbero potuto parlare in santa pace.
    Con la sua naturale grazia era giunto dentro il campo, stando bena ttento alle infide zucche...non come il demone.
    Appena la scena di Dante inzuppato di succo di zucca gli si prospettò davanti, non potè fare a meno di ridere!
    La compostezza che di solito teneva era andata a farsi friggere quando la perfezione del demone era svanita in una goffa caduta.
    Scesa a grandi passi dalla collina, evitando le verdure arancioni e in pochi secondi gli giunse di fianco.
    Jack, tra una risata e l'altra, disse:
    -Bene Bene, Dante il diavolo...qual buon vento ti porta fuori dalla Bolgia?- e nobilmente gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi.
     
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  3. Talitha¼
     
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    Era ancora intento a togliersi quella dannata zucca dalla scarpa che una risata, tonante e sguaiata li perforò i timpani e li gelò il sangue: avrebbe potuto riconoscere quella voce tra migliaia anche nel bel mezzo di una fiera o di un caotico mercato..figurati nel bel mezzo del buio!
    E quando, in tutta la sua altezza, li si mostrò davanti, Dante non ebbe nessun dubbio: Jack Skeletron, ecco chi era.
    Se non si fosse trovato disteso, con addosso quintali e quintali di succo di zucca addosso, molto probabilmente avrebbe accolto l'arrivo dell'indesiderato re con letizia: una nuova occasione per un litigo.
    Ma adesso...no, adesso avrebbe di sicuro perso: partiva in svantaggio ricoperto con quello strano unguento arancione.
    Nonostante questo, non riuscì ad accettare la mano che "cordialmente" lo scheletro gli offriva.
    -Già....- si limitò solo a dire stringendo i denti mentre, non senza un'pò di fatica si issava in piedi con ancora la zucca infilata nel piede.
    Si spazzolò con le mani i pantaloni e la maglia, mentre, con la coda, cercava ancora di togliere la zucca.
    -Ci deve essere- incominciò poi stizzito mentre, con uno strettone, riuscì a svellere la scarpa dalla zucca una qualche motivazione per girare nella città?Lo so che mi vuoi rintanato nel mio buco a far pochi danni ma....non si può. lo disse con malizia, avvicinandosi sempre di più allo scheletro davanti a lui che, suo malgrado, lo sovrastava di dieci centimetri buoni.
    Negli occhi, una strana scintilla d'odio valorizzava il loro cremisi accesso mentre i primi raggi di luna lambivano la sua chioma nera, le corda e una parte del cranio candido del suo caro caro miglior nemico.
    Da quando ne aveva memoria, Dante era sempre stato in rivalità con il maggior sovrano della città.
    All'inizio, i litigi erano avvenuti per suo diletto, poi, il fatto che Jack prevalesse sulla sua figura lo aveva fatto davvero arrabbiare...fino ad arrivare ad oggi dove ogni occasione era buona per farsi valere come migliore e ottenere il rispetto e la sottomissione dell'altro.
    Certo che prevalere imbrattato di succo è una bella impresa eh.... pensò Dante mentre, cancellando in un secondo quella scintilla d'odio nello sguardo, si allontanò di qualche passo da Jack.
    -Tu piuttosto...come mai qui? Non eri abbastanza impegnato a "governare" la città?-sarebbe mai stato capace di rivolgersi allo scheletro senza quel tono sarcastico e irato?
    Dante era sicuro di no e, mentre si aggiustava con un gesto secco ed esperto Beatrice alla cintura, notò che l'aria attorno a loro si era fatta improvvisamente più pesante e il freddo, che fino a pochi istanti prima li aveva attanagliato le membra, sembrava essersi dissolto.
     
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    Jack sospirò sorridendo: dal tono della voce del demone sapeva benissimo che il tentativo di riappacificarsi era già andato in fumo...che peccato!
    -No no... città è così bella di notte...ero qui per pensare e guardare la mia vecchia compagna...- disse riolgendo lo sguardo alla magnifica luna piena che, fulgida, spuntavav cautamente da dietro le dense nuvole.
    Incrociò le chilometriche braccia e inclinò la testa.
    Sbuffò leggermente, ripensando all'astio che provava nei confronti del demone e a tutte le buone intenzioni con cui era partito andate in fumo.
    Con un dito picchiettava sulla stoffa perfettamente intatta del suo vestito nero a righe bianche, il quale non attutiva i brevi colpetti, lasciando "suonare" le ossa tra di loro in un inquietante ticchettio.
    Tic...tac...tic...tac...
    -La città sta bene, grazie...a volte potresti anche interessartene...dico:basta ogni tanto!- disse con tono sarcastico, ma con la faccia seria.
    La luce fece risplendere gli incavi degli occhi, dando al suo teschio un'aria severa.
    Il diavolo evidentmente non amava le cose burocratiche, anche se erano un dovere per i regnanti...questo infastidiva non poco Jack.
    Lui si faceva in venti per mandare avanti quella città: e nonostante tutto non ce la poteva fare da solo...per questo aveva chiesto umilmente aiuto ai primi cittadini di aiutarlo...e, sia che fosse per pigrizia o per ira nei suoi confronti, Dante non era efficiente quanto Jack avrebbe voluto.
    -Dopotutto...- continuò, per poi bloccarsi.
    Stava per ritirare fuori la solita storia del: io ti ho accolto nella città perchè mi aiutassi..., ma preferì non farlo...quella ramanzina sapeva di noioso ormai: sarebbe stata la millesima volte ache glie la faceva e di certo non avrebbe funzionato questa volta!
    Tic...Tac...Tic...Tac...
    -Bhà...lasciam perdere...- disse scuotendo lievemente il cranio, abbassandolo.
    Mosse il piede, levandosi dei pezzi di zucca caduti dal corpo sudicio del demone.
     
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  5. Talitha¼
     
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    -Oh! Ma ti sbagli di grosso, Jack!-riprese con vigore il demone che, parlando con un sorriso tirato, lasciava scoperti alcuni denti bianchissimi e lievemente affilati -io mi occupo di taaaante faccende burocratiche! Anche oggi ho "sanato una lite" inevitabile fu una leggere risatina dopo aver detto "sanato"...la lite l'aveva iniziata lui! nella bolgia dei peccatori e...ho risposto a qualche insistente cittadino che oggi al mercato non aveva nulla da fare se non pensare alla prossima festa di San valentino; eppure lo sanno benissimo che è Mary ad occuparsene!- concluse, non senza alzare gli occhi al cielo per sottolineare la sua esasperazione e disapprovazione.
    -Tu piuttosto...non ci credo che oggi sei stato tutto zitto buono buono nel Municipio, dici tanto di "farci un giro tra il popolo" mentre tu...
    stai tutto il giorno a farti gli affaracci tuoi! non lo disse...ma fu chiaramente implicito.
    Una nuova folata di vento gelido lo investì nuovamente e, questa volta, Dante non potè non soffocare un brivido mentre la sua chioma oscillava al vento: spalancò così le ali per pararsi dalla brezza ma l'unica cosa che ottene fu solo un gelo più intenso che lo penetrò persino nelle ali che, essendo racchiuse prima, erano sfuggite al gelo.
    Sentiva freddo, tanto freddo così tanto che, per un istante, parve dimenticarsi di Jack e del monologo che stava facendo lo scheletro convinto di avare l'attenzione del demone.
    Fu solo quando il vento tacque ancora che la mentre di Dante sembrò riaccendersi e prendere coscienza di sè:
    -Cosa?- esclamò poi, alzando di scatto lo sguardo puntando i suoi occhi di brace dritti nelle insenature oscure che aveva all'altezza degli occhi lo scheletro.
    -Stavi per caso farfugliando qualcosa?- non solo non aveva prestato la minima attenzione alle parole di Jack...ma lo ostentava pure!
    Ah...Dante, Dante, Dante...ci sarà mai un giorno in cui in cui porrai rimedio al tuo caratteraccio?
     
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    Jack continuò a guardarlo pensando se prenderlo come aiutante fosse stato il più grande errore della sua vita...o la cosa più giusta per la città.
    Si grattò la guancia...o emglio,le ossa che stanno in prossimità della bocca esospirò rumorosamente.
    -Ehhh, Dante, Dante...una piaga e una manna dal cielo per questa città nello stesso tempo...tipico dei regnanti...- e si accovacciò vicino ad un'esemplare di zucca meraviglioso, che i suoi "occhi" attenti avevano subito notato.
    Si mise ad accarezzarla, ispezionandone ogni dettaglio.
    -che magnifico esemplare...- disse sussurrando...
    Non dimenticandosi dell'affermazione del diavolo.
    Così si appoggiò con un braccio al ginocchio e guardò dal basso l'imponente figura di Dante...e per un momento capì perchè era rispettato tra i componenti della sua razza: trasudava forza e potenza.
    -Io non amo stare tra la gente...cosa disumana da dire per il re...ma è così: non amo l'idolatria,i complimenti a volte forzati...Natale!Quella sì che è una città degna di esssere passeggiata...- e con gli occhi guardava ora l'orizzonte, sognando lidi inesplorati...
    Poi, come un fulmine a ciel sereno, si ricompose guardando di sfuggita prima Dante, per poi sorridere e guardare l'adorata zucca.
    La ripulì per bene e con uno strappo netto recise il gambo della zucca per poi prenderla nel grembo.
    -Bella eh?... domanda retorica.
    -Forse dovrei camminare di più tra le persone...magari...un gorno...per ora, vado a finire il censimento e incidere questa zucca...- ma nel tentativo di alzarsi la zucca gli cadde dalle mani: troppo pesante per uno scheletro...non sono famosi infatti per la forza.
    La guadò deluso rotolare per cinque metri per poi fermarsi.
    Così le si avvicinò e si riaccovacciò vicino, nel tentativo di riprenderla. Ma ancora niente.
    Quella verdura era davvero bella per lasciarla lì!
    Sbuffò, deluso e un pò rattristato, accarezzandola con un dito.
     
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  7. Talitha¼
     
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    Dante rimase impassibile: non fiatò mentre lo strano e inquietante scheletro vagheggiava sul suo "essere piaga e manna dal cielo per la città" e si limitò solo a guardalo storto mentre, accovacciato, il regnante si dilettava nell'accarezzare una zucca, una di quelle che si era salvata al momento del suo impatto con il suolo qualche minuto prima.
    Il demone davvero non capiva cosa ci trovasse in queste strane verdure arancioni: sapeva che era lui stesso a incidere le strane facce che le rendevano così inquietanti (o, se non era lui, lo era uno della sua stessa razza) e, a metà tra l'incuriosito e lo scandalizzato, rimase immobile, con le ali spiegate e la testa leggermente inclinata mentre, in silenzio, scrutava ogni singolo movimento di Jack.
    Non fiatò neppure quando, dopo un fallimentare tentativo di sollevare la zucca dal suolo, jack la lasciò roteare a terra, producendo un gran frastuono che rimbombò per tutta la pianura.
    -casa...- pensò sorridendo il demone, che, con quel rumore, non aveva potuto evitare che alla mentre gli salisse alla mentre il rombo di un gyser.
    Ma poi, vide Jack tentare di nuovo ad alzare la zucca e, nel vederlo fallire di nuovo, a Dante sfuggì una fragorosa risata.
    E' dunque questo il nostro re? pensò acido, mentre, con due grandi e possenti falcate si avvicinava allo scheletro con uno strano sorriso stampato sul volto.
    -Hai forse bisogno di una mano?- disse poi, afferrando l'enorme zucca con due mani: in effetti era più pesante delle altre e, nonostante il demone fosse abbastanza allenato, gli riuscì difficile dissimulare leggerezza mentre sollevava l'enorme ortaggio.
    -L-la devo m-mettere da qualche p-parte?- disse, mentre se la issava su una spalla (operazione alquanto delicata e estremamente difficile)
    -S-sarà un vero piacere a-aiutarti....-
    Cavolo quanto pesa!
    Dante non ce la faceva già più, sentiva il sudore incominciare a colargli sulla fronte e sulla schiena nonostante il gelo della sera che ormai era calata e il solo pensiero che avrebbe dovuto scarrozzarla chissà dove lo faceva morire.
    Eppure....questo era l'ennesima occasione per dimostrare di essere migliore, migliore di Jack, migliore di uno scheletro che a mala pena riesce a reggere una torcia in mano...
     
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    JAck sorrise sadicamente guardando il demone:
    -Ahahahahah!No...volevo solo farti fare qualcosa che volevo...puoi metterla dove voi, Dante!- e ridendo fragorosamente passò il demone sotto sforzo e con enormi passi si diresse verso il cancello, con le mani incrociate dietro la schiena:
    -Non sottovalutare, mai, il tuo re!- incise sottolineando il tuo.
    Pensò al suo sadismo, e ne era soddisfatto.
     
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  9. Talitha¼
     
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    Lo fissò a bocca aperta, esterefatto: era convintissimo che il suo gesto (tutt'altro che spontaneo) sarebbe di certo piaciuto allo scheletro; del resto, era anche un modo per far mettere i
    n mostra il suo corpo vigoroso e la sua forza...
    ...era avvenuto il contrario invece!
    La figura del beccamorto l'aveva fatta lui, cadendo come un topolino nella trappola dle padrone.
    -tzk!- esclamò irato il demone, scaraventando per terra l'enorme zucca.
    Questa, cadendo di colpo, si ruppe scaraventando il suo contenuto per 1 metro di raggio dal suo impatto: a Dante non importò, del resto, oramai i suoi pantaloni erano zuppi di quel succo arancione già da prima.
    Eppure...vedere quella grande zucca ai suoi piedi, distrutta...li dava un certo senso di superiorità.
    Perchè quella zucca non è la testa di Jack...

    -il mio non era altro che un atto di gentilezza nei tuoi confronti- disse con un tono che mal si sposava alla cortesia della frase appena pronunciata.
    Avanzò a grandi falcate, incurante delle sue scarpe che, ad ogni passo, producevano uno strano suono...quasi come se fossero immerse nell'acqua o come se stesse camminando su una melmosa palude.
    -non sei carino, con chi cerca di aiutarti...- continuò lui, e, questa volta, anche i suoi occhi brillarono di una strana luce cremisi, omicida e crudele.
    -io non farei mai una cosa simile... ormai era arrivato faccia a faccia con Jack, puntando dritto nelle sue incavature buie e oscure che, per lui, erano i suoi grandi occhi -prendersi gioco di un suddito...di un collega...
    -Sei un essere spregevole....e io che non volevo fare altro che aiutare il mio amato sovrano
     
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    JAck si girò con una faccia tra l'incredulità e la pietà e sospirando disse:
    Oh Dante...sei troppo intelligente meschino per pensare davvero queste cose...- sistemandosi il papillon a forma di pipistrello che portava sempre.
    Sapeva benissimo che il giorno in cui sarebbe caduto, Dante sarebbe stato lì a ridere...ecco perchè era costretto ad imporsi con la forza.
    Parte perchè era sadico all'ennesima potenza( insomma è sempre il re di una città di mostri!!!) parte perchè era, nel giusto, intimorito dalla figura possente del demone...ma era sempre un addetsramento: un giorno, quando l'ultimo secolo avrà consumato ogni suo osso e neanche ilo spirito portà salvarsi dalla dannazione, sarebbe stato orgoglioso di passare le redini al demone...ma fino a quel giorno:chi comandava era lui.
    Ache se quasto voleva dire inimicarsi l'unico su cui poteva contare e avere come leccapiedi un branco di imbecilli o traditori...
    Ma che ci si può fare? Le cose non sempre vanno come si spera...lo stesso per JAck.
    Così si spolverò lo smoking e sorrise, non facendosi vedere dal mostro alle sue spalle...questo gioco lo divertiva, non poco!
    -Comunque...era davvero bella quella zucca...- e con questa frase, lasciando intendere che la cattiveria di prima gli era venuta sul momento, che lui avrebbe davvero desiderato incidere quella verdura arancione e che avrebbe volentieri accettato il suo aiuto se la sua parte terribile l'avesse permesso, uscì dal cancello, per dirigersi nella città di Natale...aveva voglia di dolci...e di nuove palline per esperimenti.
     
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9 replies since 20/1/2013, 17:22   121 views
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