Corsa senza posa

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    hugouHugo

    La biblioteca non era troppo affollata, nonostante fosse pieno pomeriggio e in città non ci fosse molto da fare...la prossima festa sarebbe stata qualche giorno dopo e, per il momento, sia la città sia gli abitanti vivevano la loro vita nella calma e nell'orrore di tutti i giorni.
    L'unico che sembrava non darsi pace invece, girando per gli scaffali della biblioteca come se fosse inseguito da uno sciame di terrificanti api era Hugo; camminava veloce, quasi correndo in mezzo agli enormi scaffali secolari che sostenevano il peso di milioni e milioni di libri.
    Eppure lui non si fermava mai, correva indegno di qualsiasi posa alla ricerca di qualcosa di nuovo, di qualche libro che non avesse già sfogliato in qualche altra città o che nascondesse qualche nuovo incantesimo.
    Era arrivato da poco nella città di Halloween ed era venuto solo per una sola cosa, per un miraggio avuto l'anno precedente mentre era passato di qui durante un lungo viaggio, il Memonto Mori, il libro sacro per qualsiasi stregone o strega che si rispetti.
    Eppure, nonostante si fosse trasferito apposta per questo volume secolare, non lo aveva ancora visto nemmeno con la coda dell'occhio e, come lui, non aveva neppure visto la bellissima strega viola che lo aveva afferrato e portato via inesorabilmente dalla sua vista quel giorno in piazza.
    Sperava di rivederla quando era arrivato, ma ad accoglierlo, nella bottega stregato, non ci trovò lei bensì un'altra strega, dall'aria stanca e annoiata, che gli aveva consegnato la sua chiave sbuffando.
    Chiese a lei se conosceva una strega dal vestito viola e vertiginosamente corto e questa, con una possente risata, quasi come se la sua descrizione l'avesse destata dalla calma in cui si trovava, gli rispose in poche e aspre parole che si tratta niente popò di meno che della REGNANTE, colei che aveva l'incarico di rappresentare le streghe e gli stregoni nel consiglio municipale.
    Boffonchiò anche qualcosa sulla sua intelligenza ma...Hugo non sentì nulla, si catapultò in camera sua e dispose le sue cose, contento delle notizie appena ricevute.
    Ma era da un anno abbondante che viva in città e ancora, se non nelle feste ufficiali (in cui era tutte fuorchè raggiungibile), non aveva potuto vederla ne tanto meno parlare a tu per tu.
    De voluntaria cruciatu...già letto! pensò il mago, ricacciando al mittente un libro che aveva afferrato fermando la sua incessante corsa tra gli scaffali.
    Era forse il decimo libro che rifiutava con sdegno poichè lo aveva già letto e riletto.
    Girò di nuovo l'angolo, finendo dritto dritto dentro ad un fantasma: un uomo dai capelli lunghi e mossi e dallo sguardo rigido.
    -Mi scusi!- si affrettò a dire Hugo, appena voltandosi verso il povero fantasma appena trapassato mentre l'altro si limitava a scuotere la testa esasperato, borbottando qualche parolina di disprezzo verso il giovane corridore.
    Era come animato da una forza interiore, come se un qualche spirito animasse le sue membra e lo spingesse a correre all'impazzata come una gazzella.
    E più non trovava quello che cercava, più correva, beccandosi non poche occhiatacce del dirigente della biblioteca e dei pochi visitatori che incrociava.
    -Dai Hugo..qualcosa di nuovo...qualcosa di nuovo...
    qualcosa che assomigli almeno in parte al Memonto mori...




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    witchbysimosi2Helen


    Entrò silenziosamente nella biblioteca:cosa che aveva imparato dall'esperienza, o meglio, dalla serie di bacchettate ricevute da fantasmi severi, era quella di fare silenzio in quel luogo.
    Camminava in punta di piedi, ma il tacco, inesorabilmente, rilasciava il suo rumore inconfondibile contro il legno del pavimento.
    Non sapeva perchè, ma solo nell'entrare in quel luogo si sentiva più intelligente: i libri, il sapere...pochi minuti prima aveva letto una citazione:-Come nani sulle spalle dei giganti...- e ammise che rimase colpita da quella frase.
    Ovviamente non l'aveva capita, ma le dava un senso di fratellanza: giganti che aiutano i nani...e poi la mente divagava, pensando ai folletti e a Babbo Natale, alla neve e ai dolci...
    Era entrata lì proprio per trovare qualcuno che gliela spiegasse.
    Se l'era scitta sul palmo della mano per ricordarsela e ogni tanto al rileggeva, per non dimenticarsela.
    Aveva già letto quella frase...in un libro di...di...ecco: la memoria faceva acqua da tutte le parti!
    Per fortuna però, si ricordava lo scaffale e con passo felpato gli si avvicinò lentamente.
    Alzò gli occhi all'enorme libreria e sopirò sussurrando:
    -Non lo troverò mai...- e iniziò ad arrampicarsi sulla scala, scrutando titoli a destra e a manca, per vedere se qualcuno di quelli le faceva riaffiorare alla mente qualcosa...ma niente.
    Alzò gli occhi al cielo e disse:
    -Ok...così non ci riuscirò mai...-
    -prendiamone un tot e mettiamoci a leggere!-
    Ecco...classico pensiero alla "stupida".
    Si sporse e ne afferrò un paio con la mano e se li mise in grembo, reggendoseli con l'altra...così fino a quando non ne ebbe una decina e il peso stava aumentando troppo per i suoi avambracci deboli.
    Si guardò un attimo intorno, rimpiangendo di non averci pensato prima e non venendole in mente nessun modo per scendere dalla scala,lanciò tutti i volumi dalla cima,i quali caddero a terra facendo un frastuono tremendo.
    -SHHHHHHHHHHT!- ammonì severamente i libri...
    Si...avete letto bene:ammonì i libri...



     
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  3. Mysti™
     
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    hugouHugo

    -Sed tu sis animam primum excruciati, vos postulo ut proprius cantus;
    Monkfish et quatuor tripodes aranea est, humanam oculus et demonium...-
    Hugo stava leggendo un libro che aveva trovato in basso ad un enorme scaffale, interrompendo la sua corsa infernale che aveva infastidito tutti quanti quando, proprio nel bel mezzo della formula un martellante "tonfo tonf" si insidiò nelle sue orecchie e gli cancellò ogni traccia di concentrazione che aveva avuto fino ad un istante prima.
    -ma che diavolo!- esclamò irato il povero mago, chiudendo il suo libro con un tonfo proprio mentre un altro "tonf" si perdeva nell'aria.
    Si tolse con agili mosse il grande mantello che portava indosso buttandolo in malo modo sulla sedia più vicina e, dopo essersi infilato il libro sotto braccio, partì a grandi falciate verso il rumore tamburellante pronto a spaccare la faccia al mostro che lo aveva distolto dal suo libro che tanto aveva cercato.
    SENTI BELLO, TI SEMBRA QUESTO IL LUOGO PER FARE TUTTO QUESTO CASINO? COSA STAI FACENDO? PER CASO IMPROVVISI I FUOCHI D'ARTIFICIO PER LA FESTA DI SAN VALENTINO?? LASCIA CHE TI SISTEMI PER LE FESTE...RAZA DI GOBLIN SENZ'ALI CHE NON SEI ALTRO ANZI...IN UN GOBLIN TI CI TRASFORMO IN QUATTRO E QUATT'OTTO
    Si, il bel discorso filava liscio come l'olio, non faceva una piega eppure...
    ...ad Hugo gli si bloccò la mente non appena il "mostro" che stava procurando qual gran fracasso.
    A poco più di 2 metri dalla sua testa, una streghetta viola dai lunghi e setosi capelli castani stava lanciando al suolo un libro dietro l'altro intimandoli al silenzio quasi fossero esseri umani.
    Hugo si bloccò di colpo rimanendo a bocca aperta non sapendo nemmeno lui se per essere riuscito finalmente a trovare la sua regnante o per la bellezza della ragazza alla quale lui non poteva nemmeno competere.
    Però...cosa dire? cosa fare?
    Hugo non lo sapeva più...si limitò a tacere a bocca aperta, ammirando ancora per qualche istante l'inusuale quanto inaspettato spettacolo che gli si mostrava davanti agli occhi plumbei.
    -Per tutte le aragoste verdi del mare d'oriente...- mormorò piano poi, quando la mente incominciò a rinviare di nuovo i segnali al resto del corpo -MA TU SEI HELEN?!-
    Non se ne rese minimamente conto ma..urlò.
    Si si, urlò: tanto ormai...tra corse sfrenate, tonfi insopportabili e urla entusiaste...la biblioteca poteva dire addio alla pace che tanto amava (e con essa, anche tutti i fantasmi a guardia della stessa)



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    witchbysimosi2Helen


    Helen totalmente incurante del ben di dio che le traspariva da sotto al gonna, essendo il pudore per lei di un altro pianeta, si voltò e abbassò lo sguardo verso il bellissimo ragazzo sotto di lei.
    Rimase qualche istante a bearsi della sua bellezza per poi uscirsene con un sommesso e abbastanza imbarazzato:
    -Esatto...Ci conosciamo?- e inclinò la testa, nel tentativo di ricordarsi quel volto, ma in poco tempo concluse che un ragazzo così bello se lo sarebbe certamente ricordato e lentamente scese dalla scala.
    Più volte i pioli fecero scivolare la liscia sola dei tacchi, ma prontamente le mani rimasero salde al ruvido legno della scaletta.
    Arrivata a terra si avvicinò e notò con gusto che nonostante i tacchi, era più basa dello stregone davanti a lei.
    Si avvicinò lentamente a Hugo, fino ad arrivargli ad un palmo dal naso: questa era la distanza ottimale per Helen di comunicare con qualcuno.
    Gli porse, più ilare che mai, la mano inguantata ed esplose in uno dei suoi più luminosi sorrisi.
    Rimase per ualche istante rapita dagli occhi vitrei dello stregone, ma con una scrollata veloce di capo si ridestò...cadere in tentazione, con un uomo tanto bello davanti, era troppo facile per una strega amante della carnalità come helen.
    Deglutendo rumorosamente, eprò, cercò di scacciarsi dalla mente i pensieri ambigui che come funghi crescevano.
    -Come farà a conoscermi?- continuava ad interrogarsi dentro di sè, non trovando alcuna risposta valida per cui qualcuno la potesse cercare.
    Di solito era lasciata in disparte per le sue non-sufficienti doti intellettuali, sapendo che per la sua bontà non si sarebbe mai ribellata...e così era sempre stato.



     
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    hugouHugo

    Hugo ammirò la strega agile e scattante che scendeva con un balzo dall'enorme scala nella quale si era arrampicata per prendere i suoi libri e, da uomo qual'era, non potè evitare di buttare l'occhio sulla lingeriè provocante della ragazza (che, per altro, gli costò non poco imbarazzo e ringraziò il cielo per la sua carnagione scura che nascondeva l'eventuale rossore sulle gote!!).

    -Esatto...Ci conosciamo?-

    -SI!- rispose d'impulso il mago, ridestato dallo stato di pudore nel quale si trovava dalla voce calda e squillante della strega c-cioè...no! No non ci conosciamo però...-
    però ti cerco da quando sei arrivata e ora che sei qui davanti a me faccio fatica a proferire parola!
    La strega ora era ad una spanna da lui, tanto vicina quanto drasticamente lontana: cosa doveva fare con quella strega?? Ah già, il Memento Mori, il Memento Mori...
    sei bellissima, bellissima, bellissima...-
    -issima..- si tappò la bocca con una mano spalancando gli occhi pumblei (come diavolo aveva fatto a essere così stupido??)
    Hugo non poteva credere a ciò che stava succedendo: non gli era mai capitato di compiere gaff simili, è solo che...quella donna, quella strega...
    Incantesimo di seduzione, non può essere altrimenti- cercò di dirsi Hugo per giustificarsi il suo comportamento tutt'altro che consueto.
    -M-mi dispiace- si affrettò intanto ad aggiungere, allontanandosi di qualche passo da tanta bellezza è solo che...ecco...tu sie la nostra sovrana, ecco perchè ti conosco.Si, ecco perchè, si si!
    Ma ogni minuto che passava, si sentiva sempre più stupido: doveva fare qualcosa, basta stare lì fermo impalato!
    Così, scelse di piegarsi a raccogliere i libri che Helen aveva "delicatamente" scaraventato sul pavimento.
    -sai io...ti ho vista lì ecco! lì tra la folla; cioè, non tra la folla...ma nelle feste, quando c'è la folla!
    Incantesimo di seduzione senz'altro...
    Raccolse quattro volumi di media dimensione, notando con stupore che l'argomento non era magico e anzi, narrativo.
    Hugo si arresto, rimanendo a fissare un volume che si stava rigirando tra le mani
    -Narrativa?- disse ad un tratto, come se ogni traccia dell'imbarazzo di poco prima lo avesse abbandonato Perchè leggi narrativa??



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    Helen rimase attonita quando anche il suo cervello lentissimo arrivò alla conclusione che quel ragazzo era imbarazzato dalla sua presenza.
    -Cos'avrò fatto?Oddio...il vestito?I capelli?Il cappello?- iniziò ad esaminarsi epr riuscire a capire cosa turbasse lo splendido ragazzo.
    CITAZIONE
    ...tu sei la nostra sovrana, ecco perchè ti conosco.Si, ecco perchè, si si!-

    disse lo stregone piegandosi per raccogliere i libri.
    Helen elaborò quella frase a lungo, poi capì e accovacciandosi davanti al ragazzo disse:
    -Ho capito!Sei tanto impacciato perchè vuoi vedere il Memento Mori, ma non me lo vuoi chiedere! guarda che io te lo faccio vedere senza problemi!- disse ridendo e appoggiando la sua mano su quella indaffarata di Hugo.
    Lo scoglio dell'imbrazzo era ormai valicato...ma qui incominciava il brutto: Helen prendeva confidenza e questo portava il più delle volte...troppo lontano....
    Ma non badò a questo: il ragazzo davanti a lei era bellissimo e intelligente(ragionando che, se era in quel luogo, doveva avere un briciolo di intelligenza...anche se Helen era l'eccezione!) e di certo non l'avrebbe scaricata...o quantomeno, non malamente come tutti!
    Così con un tonfo si sedette a gambe incrociate, molto poco finemente, e incitò il suo compagno a fare lo stesso.
    Era il momento di fargli vedere il libro più anelato da ogni mago su tutto il globo.
    Il Memento Mori.Di solito era cercata solo per questo!
    Aprì lentamente la sua borsa, per dare un tono di solennità al tutto, non schiodando però i suoi occhi da quelli magnetici dello stregone.
    Finalmente si sentiva apprezzata...
    Sorridendo spostò i libri per fare posto al suo nuovo amico, tirandoli da una parte e dall'altra dicendo:
    -Non ti preoccupare per i libri!Tanto questi fantasmi non hanno niente di emglio da fare che leggere...-
    Ignorò completamente la domanda di Hugo...gli avrebbe chiesto lei il significato di quella frase quando se la sarebbe ricordata, poichè ormai l'inchiostro sulla mano se n'era andato.
    Tirò poi fuori dalla sua borsa delle fialette di colori differenti e buttand la sacca tra di loro ne versò qualche goccia dentro, chiudendo gli occhi.
    Allungò quindi la mano sopra e sussurrò:

    O السحر الكتاب، تأتي، عشيقة الخاص بك هو يدعو لك!


    -O libro magico, vieni, la tua padrona ti chiama!-

    e la borsa si illuminò...questo era uno degli incantesimi più conosciuti al mondo, quella del trasporto: una goccia di veleno di un serpente, una di sangue e una di acqua salata...più le classiche parole, sopra riportate.




     
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    hugouHugo

    Hugo non capiva più nulla: quando la strega aveva dichiarato di possedere il Memento mori e di essere disposta a farglielo vedere senza alcun problema, il cervello del mago si era completamente resettato e le parole sembravano indegne di salirgli alla bocca.
    Così, si limitò solamente a muovere il capo in segno di assenso e assecondare le mosse dell'altra sedendosi a gambe incrociate di fronte e lei imitandola.
    Ascoltò attentamente le parole che stava pronunciando Helen: era un semplice incantesimo di richiamo, Hugo lo aveva imparato più o meno a nove anni eppure...sapere che cosa stava richiamando, che non era un semplice libro quello che stava rispondendo al richiamo di Helen, rese la magia semplice e banale più misteriosa e arcana, quasi indegna per un mago del suo calibro.
    Fu così che la borsa al fianco della strega, borsa scarna e piuttosto consumata, dall'aria comune e banale, prese a illuminarsi quasi contenesse un'astro celeste e, assieme a questa, irradiò di luce anche il volto esterefatto di Hugo e tutto l'ambiente che circondava i due.
    -E' qualcosa di magnifico....- sussurrò il mago, abbagliato da tanto splendore.
    Il libro arrivò veloce e rapido, nel medesimo tempo che la strega aveva impiegato per recitare la formula.
    Era proprio lo stesso, quello che lui aveva visto solo un anno prima.
    Quanto tempo...-
    Allungò una mano e mentre le sue dita sfioravano la copertina ruvida del libro, una lacrima solcò la guancia di Hugo.
    Eccolo lì, il libro di una vita, il suo miraggio più grande....
    Dei passi in un corridoio poco lontano lo riscossero dai suoi pensieri e si affrettò ad asciugare con la larga manica grigia la lacrima solitaria, sperando che Helen non avesse visto nulla.
    -E' bello- si affrettò a dire lui, alzando finalmente lo sguardo quando fu sicuro di avere la situazione sotto controllo -è molto bello. Piuttosto....io non mi sono presentato- disse, accennando un sorriso ilare e candido -Io mi chiamo Hugo, Hugo Gregory Lambert. E' un piacere conoscerla, conoscere lei e il suo libro- e lanciò l'ennesima occhiata ammirata al secolare volume che giaceva inerme sotto di loro in attesa che qualche mano solcasse le sue pagine consumate.




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    witchbysimosi21Helen

    Helen ormai non si stupiva più delle reazioni che gli altri facevano alla vista del Memento Mori...ma rimase lo stesso stranita nel vedere la commozione del ragazzo di fronte a quel libro...
    -Ma io non capisco perchè la gente lo cerca...è un libro come tanti altri no?solo un pò più fornito!- pensava prendendo a piene mani il libro comparsodalla sua borsa.
    Lo accarezzò per poi ricordarsi il perchè di tanta ricercatezza: quella sezione.
    La magia cattiva,brutale...nera.
    Helen rabbrividì al solo pensiero, ma subito ritornò serena pensando che la "chiave" per renderla accessibile la conosceva solo lei...e prima di lei, sua madre...morta da secoli.
    -Cosa ti ha spinto a cercarlo così tanto? E...-
    -...a cercare me!- avrebbe voluto finire, ma in cuor suo sapeva che la sua importanza su quella terra era solo finalizzata al possedimento del più grande manuale di magia bianca e nera esistente...
    Abbassò un attimo lo sguardo, preda di questi pensieri tristi, per poi rinsavirsi.
    CITAZIONE
    -Io mi chiamo Hugo, Hugo Gregory Lambert. E' un piacere conoscerla, conoscere lei e il suo libro-

    Helen sgranò gli occhi avvicinandosi allo stregone e iniziò a ridere:
    -Oddio!Cos' mi fai sentire vecchia!- gridò.
    Dovette poi abbassare la voce, perchè degli urli di ammonimento provenienti da più fantasmi pallosi risuonarono in tutta la stanza.
    Così, avvicinandosi ancora di più, sussurrando in tono di complicità contonuò:
    -Mi chiamo Helen Beatrix...ma tu puoi chiamarmi Bhel!...Invece...come devo chiamarti?L'imbarazzo della scelta mi confonde!- concluse portandosi un dito alla guancia e appoggiando la mano destra sul ginocchio dello stregone.
    Dai suoi occhi glaciali traspariva intelligenza, forza, bellezza, ammirazione e gentilezza...
    da quelli di Helen stupidità, infantilismo, inutilità...e magia!
    Si: Sarà incompetente nel 99,9% dei campi di ogni disciplina, ma nessuno era capace con la stregoneria come lei. Solo questo, la faceva sentire un pò importante...se no, a quest'ora, davanti a tanta perfezione, sarebbe già scappata.



    ©MrsSleepyHollow
     
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  9. Mysti™
     
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    hugouHugo

    -Cosa ti ha spinto a cercarlo così tanto? E...-

    Hugo non la lasciò nemmeno finire:
    -Mio padre mi narrava le sue storia da quando ero piccolo. Lui era l'eroe di
    tutte le mie storie e di tutti i miei racconti!
    Ogni mago per tutta la sua vita ricerca il Memento mori... E TU MI CHIEDI COSA
    MI HA SPINTO A CERCARLO?!

    Si rese conto di aver calcato troppo la mano e, cancellando dalla sua faccia
    l'enfasi di poco prima, riprese con aria timida
    -S-scusa, s-scusami....n-non volevo mancarti di rispetto è-è solo che, ecco...
    sono emozionato! Aspetto questo momento da sempre direi!

    Spostò lo sguardo sulla mano che la strega gli stava posando sul ginocchio:
    aveva un tocco delicato e preciso, dritto al punto che voleva toccare, solo una
    strega poteva avere un tocco simile!
    -E' incredibile che tu sia qui...davvero davvero incredibile-
    Ma...di chi stava parlando? L'affascinante strega o del libro oscuro?
    Forse nemmeno Hugo lo sapeva, così preoccupato a fissare la mano esile della
    ragazza per paura di sollevare lo sguardo e incontrare gli occhi celesti di
    Helen.
    Ne era sicuro, lo stava fissando.
    Come faceva quella strega ad essere così sicura di sè?
    Tutti le avevano sempre detto che la ragazza non spiccasse tra la folla per la
    sua brillante intelligenza eppure- a parte alcune azioni un'pò stupidine (come
    gettare i libri al suolo intimandoli al silenzio)- Hugo non aveva notato niente
    che potesse classificare la ragazza come inetta o adirittura idiota.
    Era solo molto molto ingenua, senza alcun pelo sulla lingua...
    ...e questo poteva essere un bellissimo pregio ma talvolta, anche rivelarsi un
    orrendo difetto.
    Per Hugo, almeno in questo momento, era una meravigliosa caratteristica, che
    però lo metteva tremendamente a disagio.
    Quella familiarità con cui si posava alla sua gamba, quella vicinanza anche
    esagerata per un primo incontro che ostentava sicura e quegli occhi che, senza
    paura o vergogna, indugiavano sulla sua figura....si, tutto questo era
    terribilimente imbarazzante.
    Eppure, l'uomo era lui! Come poteva permettere che una ragazza (seppur
    incredibilmente bella e provocante) schiacciasse la sua virilità?
    Raccolse il coraggio a due mani e sollevò piano lo sguardo: come aveva
    immaginato due fari azzurri erano puntati su di lui.
    Si soffermò un poco su di essi ma dato che non riusciva a decifrare cosa
    questo sguardo poteva significare, si decise a parlare con voce lievemente
    tremante:
    -Helen perdonami se ho alzato la voce, davvero. Spero che tu voglia ancora
    mostrarmi il contenuto di questo libro. Solo tu hai la chiave per aprire il
    libro: solo per essere la custode del Memento mori, meriti l'ammirazione di
    tutti noi; e io ti ho sfrontatamente mancato di rispetto.
    Perdonami, sono desolato-

    Ma nonostante la sua fosse una supplica in piena regola, non abbassò lo
    sguardo ne si mise in ginocchio: era troppo curioso di vedere la reazione della
    strega.



    ©Mysti™


    Edited by Mysti™ - 10/2/2013, 21:19
     
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    Helen sorrise teneramente chiudendo gli occhi e alzando le spalle:
    -Fa nulla...bhè...allora lo apro!- disse con tutta la nochalance che in quella situazione non era proprio adatta.
    Lasciò, qasi a malincuore, il ginocchio del giovane e con la stessa mano sfogliò la prima pagina.
    bianco.
    Completamente bianco.
    Helen alzò momentaneamente gli occhi, per vedere cosa provasse hugo...ma non sapendo ben interpretare quell'espressione ritornò sul libro bianco.
    Lo girò dalla parte di Hugo, appoggiandoglielo delicatamente sulle gambe, come se fosse di cristallo: ci teneva più di ogni altra cosa al mondo.
    Così, velocemente, estrasse il pugnale che si portava appresso e si tolse il guanto viola appoggiandolo sulla sua coscia nuda.
    Senza poi chiedergli il permesso "rapì" la sua mano tenendola stretta e la mise di taglio sul libro.
    -Ti farà un pò male...ma perchè tu veda, il libro deve accettarti...quindi, ho bisogno del tuo sangue...e del mio!-
    Con la punta affilatissima del coltello praticò un mini taglio dul palmo perfetto di Hugo...e la cosa la stava elettrizzando non poco!
    Questa volta, forse, era quella giusta...
    Tantissime volte ci aveva provato...ma il libro aveva solo rifiutato il lettore, provocando del dolore fisico insopportabile ad Helen, perchè gli aveva sottoposto uno stregone dai doppi fini.
    Ma questa volta sarebbe stato diverso...o almeno lo sperava: aveva una grande fiducia...il legame più stretto di due stregoni, dopo l'amore, era quello dell'accettazione...Se il libro, l'avesse accettato, Hugo avrebbe potuto accedere al Memento Mori sempre...ed Helen non vedeva l'ora.
    Alcune gocce di sangue rosso caddero sulla prima pagina del libro bianco...e in brevissimo tempo vennero assorbite, scoparendo.
    Prontamente Helen disse:
    -Ci siamo...speriamo in bene: disse lievemente, per poi pronunciare a gran voce:

    الكتاب، نظرة، عشيقة الخاص بك هو الحديث معك: لا تخفي نفسي نوبات الخاص بك، أو نوبات، ولكن تبين لهم لسيدة الخاص بك ... وهذا ساحر ... وأنا آمرك!


    -Libro, ascolta, la tua padrona ti sta parlando:non celarmi le tue magie, nè i tuoi incantesimi, ma mostrali alla tua signora...e a questo stregone...te lo ordino!-




    ©MrsSleepyHollow
     
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  11. Mysti™
     
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    hugouHugo

    Dolore: dolore immenso, dolore accecante e tremendo.
    Ecco cosa sentì Hugo quando al ferita fresca sul palmo della mano venne a contatto con il Memento mori.
    La carta, fattasi era incandescente e ustionava la sua mano e il sangue che aveva preso a scendere copioso quasi come se il secolare volume amibisse a berlo, come gli dei bevono l'ambrosia.
    Non aveva nemmeno la forza per lamentarsi: il dolore era intento e frustrante, tanto che gli inebriò menbra e mente.
    Niente più Helen, niente più biblioteca e corridoio....Luce, luce e dolore.
    Durò poco, qualche minuto appena...minuti che sembrano al povero mago ore.
    -A-adesso...che...succede...-chiese affannato, poichè la luminosità di poco prima era implosa nelle pagine del Memento Mori.
    Si sentiva provato, terribilmente provato e fatico addirtittura a pronunciare quelle flebili parole.
    Ok, non era raro che un mago o una strega imponesse sul proprio libro magico un incantesimo di privacy o di tutela dei contenuti, ed era altrettanto frequente che ci fosse un processo simile per far si che si potesse accedere ai dati che questo conteneva eppure...
    questo è davvero troppo...

    solo un libro simile può causare un tale dolore
    Lanciò un'occhiata fugace alla strega davanti a lui: anche lei, stranamente, aveva il fiato corto e un manto di sudore imperlava la fronte.
    Come può essere?? Come può un incantesimo di tutela provocare dolore anche a chi possiede il libro?
    Si chiese il giovane che, piano piano stava incominciando a recuperare le forze.
    -T-tutto bene? Non hai una bella cera...




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    Helen si era già ferita la mano e anche le gocce del suo sangue avevano impregnato per alcuni istanti il Memento Mori, per poi sparire.
    Il fardello che comportava essere il possessore di quel libro, era una cosa oltre i limiti dell'immaginazione...una cosa fuori dal normale.
    Quando usava solo lei il libro, la "password" richiedeva solo poche gocce del suo sangue...e il tutto non praticava alcun dolore.
    Ma quando sottoponeva al severo giudizio magico qualcun altro eccetto lei, il libro esercitava una forza tanto straordinaria, quanto orribile.
    Non parliamo poi del momento dell'apertura della magia nera...si diventava schiavi della magia oscura e nè la mente nè il corpo ritorna in sè...se non alla chiusura.
    Helen l'aveva sperimentato: e la sua mente debole non lo aveva retto...non avrebbe mai permesso che qualcun altro si riducesse come lei...completamente succube di una pratica che la doveva servire...
    Helen guardò il libro e incrociò le dita: l'attesa la stava uccidendo.
    Ma sul manuale non compariva niente.
    Questo poteva dire solo una cosa.
    Fece un breve scatto indietro e lentamente iniziò a raggomitolarsi: sentiva già il dolore che le avrebbe causato....nessuna tortura poteva competere con quello!
    Ma il tempo trascorreva e niente accadeva...
    Ad un certo punto però un rmore di pagine iniziò a farsi sentire ,leggero am appena percettibile.
    Il libro quindi incominciò a tremare, come se prendesse vita, e le pagine giallastre a sfogliarsi da sole, con una velocità che mano umana non avrebbe mai potuto.
    Il tutto era terrificante.
    Helen lo guardò esterrefatta, incredula come non mai.
    L'energia esplose da quel amnuale...faceva fatice lei a sopprotarlo...tante volte era svenuta!
    In principio furono solo macchie nere...poi, diventarono disegni...poi parole chiare.
    Il libro lo aveva "accettato".
    Le formule comparivano nette e ben distinte:tutto lo scibile magico era nelle mani dello stregone.
    -Lo sapevo che ti avrebbe preso!Brava meeeeeeee!- gridò di gioia Helen, sventolando e battendo le mani come in preda ad un attacco di pazzia.
    Questo voleva dire che Hogo avrebbe avuto accesso al Memento Mori...ma mai a quella parte...se solo ci avesse provato a "sabotare" l'area segreta,costodita gelosamente da Helen, il rigetto del libro sarebbe stato mortale per lui.



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    Edited by MrsSleepyHollow - 12/2/2013, 13:10
     
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    Hugo rimase a fissare il Memento Mori a bocca aperta e con gli occhi spalancati: non stava capendo assolutamente nulla di quello che era appena visto ma la reazione entusiasta di Helen e il fatto che parole fatte d'inchiostro erano comparese sulle pagine che poco prima brillavano, lo lasciavano ben sperare in un ottimo risultato: forse, in un modo che ancora sfuggiva allo stregone, il libro aveva deciso di accettarlo e di svelargli i suoi segreti.
    Hugo scosse la testa veloce come se volesse scacciare qualche mosca portatrice di brutti pensieri -non si era mai sentito così ignorante in vita sua- e incominciò a parlare piano, non tanto per rispetto nei confronti di una quiete che è dovuta in una bibblioteca quanto piuttosto per una reverenza infinita verso quel volume secolare che pochissime mani avevano avuto il piacere e la delizia di sfogliare.
    -Mi ha...accettato?- chiese titubante alla strega, afferrandole una mano che stava scaravendando di qua e di là ancora in preda all'euforia (che, per altro, Hugo non si sapeva nemmeno ben spiegare) -possiamo iniziare allora? Si, insomma...mi puoi far vedere qualche incantesimo; formule di guarigione o di offesa; di salvezza o di perdizione...quello che ti pare! Basta che mi mostri qualcosa che i miei occhi non hanno visto mai-
    Parlò tutto d'un fiato puntando i suoi fari plumbei dritti negli occhi della strega e aumentando la stretta della mano sempre più mano a mano che l'enfasi della frase aumentava.
    -Tu saprai tutto, ogni minima riga, ogni singola riga...per te nulla di tutto quello che il Memento Mori- chiuse gli occhi mentre pronunciò il nome - è più un segreto ormai...ti prego, ti supplico: fai di me quello tu sei adesso.
    E rimase immobile a guardarla intensamente, aspettando una qualche reazione dalla strega.
    Fai di me quello che tu sei adesso, fai di me quello che tu sei adesso...
    Si ripeteva nella mente...
    ...Lasciò la presa di colpo e sbarrò gli occhi, allontanandosi di qualche centimetro dal luogo in cui era seduto quasi come se la povera Helen si fosse trasformata in una specie di scarafaggio gigante.
    -N-non fraintendermi- riprese Hugo agitato, agitando le mani davanti al petto come se volesse schermirsi da un eventuale attacco della strega/scarafaggio - n-non voglio il tuo libro..cioè si! Si lo voglio ma...tranquilla, non lo tocco!
    Fai di me quello che tu sei adesso...nel senso di "insegnami a essere come te" ok?-
    si bloccò...ma si rese immediatamente conto che quell' insegnami a essere come te era ancora peggio del fai di me quello che tu sei adesso...
    -NON COME TE UGUALE A TE! Non tutto tutto...solo...le cose da maghi! Si, le cose da maghi!
    E la stupida sarebbe Helen?




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    Helen rimase ad occhi spalancati per tutto lo sgangherato soliloquio di Hugo.
    Diventare come lei? Una strega!?
    Si...non aveva capito...all'inizio.
    Storse da subito un pò il naso e velocemente si riappropriò del libro, chiudendolo con un grande tonfo, quasi per non farlo contagiare dalla malattia:"voglio cambiare sesso e diventare strega per essere come te!".
    Abbassò solo per un secondo gli occhi, per poi rifissarli su quelli dello stregone plumbeo, quasi per non mancargli di rispetto.
    CITAZIONE
    -NON COME TE UGUALE A TE! Non tutto tutto...solo...le cose da maghi! Si, le cose da maghi!

    replicò il mago, forse notando lo sbigottimento della strega.
    Come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento, Helen esplose in un:
    -Ahhhhhh....fiù...grazie a cielo!Pensavo volessi essere come me...dai...nel senso di...insomma di avere...dai su...le...la...- guardandosi con occhiate di intesa in luoghi poco consoni e mentre lo faceva avvampò e si alzò velocemente in piedi, nel tentativo di smaltire al vergogna accumulata in meno di due secondi...
    Ma cos'era andata a pensare!? Che stupida...
    Si voltò per andarsene, ma prontamente rigirò i tacchi, pensando di aver lasciato in sospeso il discorso che necessitava di una fine, e con volto solenne, del tutto inappropriato, disse fissando un punto nell'atmosfera a caso, per dare un senso di importanza al tutto:
    -Certo che ti aiuterò! Sono stata generata per insegnare magia...e questo faccio...fa...no aspetta...il futuro...fa...- continuò sottovoce non smuovendosi dalla posizione con il dito puntato al cielo, am assumento un'espressione da ebete:
    -...fa...FARO! Si! E questo faro!Ma non ora...ho fame...- e ritornò ad una posizione rilassata.
    Finito il tutto si mise la borsa a tracolla e nel tentativo di sistemarsi poco finemente la gonna, mostrando la biancheria anche ai muri, si accorse della scritta che portava sulla mano...
    "Come nani sulle spalle dei giganti..."
    Sorrise e chiuse il pugno...per poi rigirarsi verso Hugo:
    -E' grazie alla mia stupidità ed ignoranza che ti ho incontrato...-
    -Hugo...- disse continuando il pensiero ad alta voce e scuotendo il capo si mosse per uscire.



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    hugouHugo

    Hugo stentava a trattenere le risate.
    All'inizio, quando aveva visto che la ragazza si era alzata di scatto, piantandosi in una posizione solenne e autoritaria aveva quasi sperato che si trattasse davvero di qualcosa di serio eppure...
    ...il dubbio sulla voce verbale aveva guastato tutto, restituendo alla strega la sua solita fama da stupida.
    Hugo abbassò il capo fingendo un attacco di tosse improvviso: non voleva riderle in faccia, non dopo tutto quelle che lei aveva fatto per lui.
    Si era fidata ciecamemente del suo parlare e gli aveva offerto il libro subito, al primo...come chiamarlo? "Appuntamento"?? Beh, forse è un'pò azzardato ma...l'intensità con cui Hugo aveva vissuto la cosa era tale e qualche a quella che una giovane coppietta poteva vivere in un primo appuntamento.
    Ma Helen, proprio mentre anche Hugo si stava alzando, aveva imboccato la via del ritorno in fretta e furia.
    Lo stregone strabuzzò gli occhi (e..si...in parte era anche per la biancheria che non aveva non potuto vedere...):
    Ti ho appena trovata e tu te ne vai via così?
    No, non esisteva...era una cosa inconcepibile, e così..
    -NOOO!- urlò con tutto il fiato che aveva in gola, allungando persino una mano in direzione della strega che già si era allontanata di qualche passo.
    -Perchè te ne vai? Ci siamo appena visti!-
    trova qualcosa, trova qualcosa...falla rimanere, falla rimanere FALLA RIMANERE!
    -N-non dovevi cercare un libro? Vuoi una mano? I-io non so cosa fare tanto...insomma, se non hai voglia di guardare il Memento Mori va bene! Facciamo più tardi-
    Non credeva alle sue orecchie...davvero stava accetando di temporeggiare sulla vista del libro che desidera da quando era un bambino? Davvero era disposto ad aspettare?
    Poi...mentre la sua mente stava elaborando torti pensieri e le più svariate strategie per far rimanere in biblioteca la strega, una piccola lampadina gli si accesse; anzi...più che una lampadina, piuttosto fu un crampo)
    Una fitta allo stomaco gli ricordò che ormai era venuta l'ora di cena.
    Buttò una rapida occhiata dietro di sè, verso la grande vetrata che dava sulla piazza della città: fuori, i lampioni erano accessi e una gelida notte invernale imperfersava in tutto il suo gelo.
    Quando era entrato erano appena le due del pomeriggio...davvero erano passate 6 ore??
    ma certo...fame! Anche Helen ha detto di avere fame!
    -tivadimangiareunboccone???- non prese nemmeno il respiro, le pause, ormai erano solo un lontano ricordo.
    O la va o la spacca...



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