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cøldbone.
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Talitha¼.
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Dante© Talitha¬º
Perchè, perchè questo dannato freddo? La Bolgia è gayser, lava, caldo, afa, caos...inferno.
E invece no! Freddo, dannato e fastidiosissimo freddo e neve, candida e abbagliante.
Neve...ci può essere qualcosa di più brutto?
Bianca, fredda, piccola e bagnata...
Dante pensava questo mentre, percorrendo a grandi falcate la vasta piana della Boglia, affondava gli stivali neri nel lieve strato di neve che si stava formado al suolo.
Era raro che nevicasse in un luogo come quello: l'appendice infernale, luogo in cui il caldo e l'afa imperversano anche quando in città sono meno zero gradi...
...per nevicare voleva dire che faceva freddo, davvero davvero tanto freddo.
Costretto a mettere la maglia per la neve...che iddiozia!
Pensò con distrezzo il demone mentre dava un calzione a un grumolo di neve più spesso degli altri.
Dovete sapere, per comprendere bene la frustrazione in cui il demone si trovava, che per Dante indossare la sua misera maglia a maniche lunghe nera come la pece era quasi una sconfitta, voleva dire che la sua carne soggiaceva al freddo del mondo che lo circondava.
Stava tornando da una caccia, piuttosto proficua, e per questo, le ali erano rinchiuse nella schiena, sotto la stoffa della maglia.
La coda invece, era avvinghiata alla gamba sinistra, arrotolata alla gamba per sottrarre da essa almeno un minimo di calore.
E proprio mentre stava quasi per bestemmiare quel freddo insolito per l'ennesima volta, video poco lontano una strana figura incapucciata.
Era una figura femminile, dall'andatura sinuosa e sicura, a pochi chilometri di distanza da lui.
-oh! EHI TU! Ferma! Fatti riconoscere!-
Prese a gridare Dante, mentre una mano correva all'elsa della sua Beatrice, pronta a scattare per un eventuale attacco.
Non aveva mai visto un essere simile nella Bolgia...ed era stano: conosceva tutti i suoi abitanti o perchè ci aveva litigato almeno una volta o perchè lo adoravano talmente tanto da non poter non essere notati.. -
cøldbone.
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Talitha¼.
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Dante© Talitha¬º
Ormai con poche falcate Dante aveva colmato la distanza che c'era tra lui e la misteriosa ragazza incapucciata.
Si fermò però alla dovuta distanza, sempre con la mano incollata all'elsa gelida della sua fedele arma, pronto a qualche attacco della sconosciuta: solo il fatto che aveva iniziato a ridere come se qualcosa, nella sua andatura o nella sua voce, avesse avuto qualcosa di umoristico o comico non augurava nulla di nuovo ma, anzi, scatenava in Dante una stizza e un ira che a stento riusciva a trattenere.
"Regnante dei demoni, giusto? Mi sembrava che tipi come voi tenessero d' occhio i loro simili sottoposti. Sbaglio?"
La voce della ragazza era forte e potente, una di quelle voce che, una volta sentite, si fa fermamente fatica a dimenticare: e infatti, al demone non sembrò nuova.
Assomigliava ad un'altra ma...
no, non può assolutamente essere! Quella è più soave, più gaia, più ilare
-Si, sono io.
disse il regnante mentre, scuoteva la testa per cancellare dalla mente la voce che, in mezzo ad un guazzabuglio di forme e di ricordi, premeva per venire alla luce.
-Piuttosto- riprese, quando fu sicuro di aver ripreso controllo della realtà e dosando bene la voce, sfodernando il tono e la postura più regale e suprema possibile in quel mare di ghiaccio e di gelo - chi sei tu?- domandò , con un fare che più si addiceva ad un comando che ad un invito a presentarsi.
"Credevo di essere piuttosto conosciuta..dal numero di voci giù in piazza...ma forse mi sbaglio."
La mano si strinse ancora di più sull'elsa: la voglia di lasciare che la lama gelida scivolasse libera sul collo della sconosciuta e dare il via ad una dolce e calda cascata di sangue era sempre più piacevole e mentre questa si andava a consolidare con immagini sempre più reali nella sua mente, l'ira cresceva.
-Conosco il mio popolo- proruppe il demone, con una voce ancora più prorompente e irata di prima -conosco il mio popolo che risponde alla mie chiamate, che in guerra si schiera in prima fila, che è pronto ad onorarmi per quello che sono, il vostro UNICO e VERO re- e calcò le parole "unico" e "vero" con molta potenza, poichè potesse ben capire con chi aveva a che fare.
"Heris..non ti ricorda nulla, piccolo re?"
Dante tremò...anzi...non tremò....fu una sensazione strana: un fremito lunga tutta la spina dorsale, che dalla nuca arrivava giù giù fino alla punta delle dita.
Heris....
Si, aveva sentito parlare di Heris...
Nell città di Halloween ogni tanto , durante i vari censimenti, i suoi occhi avevano sfiorato questo nome: gli era rimasto impresso più di altri per via della sua origine, Heris, nel phanteon greco e latino, era la dea dedicata alla discurdia, alla competizione.
E come non poteva Dante essere devoto in ogni sua parte a quella dea tanto simile a lui?
Fai proprio onore al tuo nome...
Pensò il demone mentre un sorriso gli nasceva sulle labbra.
L'ra di poco prima aveva cacciato dal suo corpo ogni traccia del freddo polare in cui la Bolgia era immersa e così, nel cercare di tenere lontano gli impulsi aggressivi e iracondi, aveva lasciato libero la coda, che ora andava disegnando sulla neve strani simboli.
-Heris...si, ti ho sentita nominare. Eppure è la prima volta che ho il piacere di vederti..- il tono il cui disse "piacere" era sarcastico...e si notava veramente bene.. -
cøldbone.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Sarà meglio che vi lasci sole.. buona role!. -
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Edited by Queen of Spades - 20/2/2013, 23:55. -
Talitha¼.
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Dante© Talitha¬º
Dante ascoltò tutto quello che il demone aveva da dirle con occhi di brace: stava davvero giocando con il fuoco e la sua pazienza iniziava a sfumare.
Taci- ringhiò poi, quando la ragazza si stava già allontanando -io preferisco mille volte stare qui e seguire un MIO ideale che stare la su nella beatitudine succube di un destino che non ho scelto. - ma quella continuò a camminare inesorabile senza mai voltarsi e poi, che razza di demone sei se osi proferire simili parole?SPOILER (clicca per visualizzare)lo so è davvero poco ma...devo essere sincera, questa rule non mi ispira più tantissimo....quindi...ti vas e con il tuo prossimo commento o al massimo un'altro mio la chiudiamo??. -
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SPOILER (clicca per visualizzare)Sì ok vai! Con il tuo post semmai chiudiamo. -
Talitha¼.
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Dante© Talitha¬º
Dante rimase totalmente impassibile sia alle parole irate e taglienti della ragazza, sia al pugnali che gli aveva conficcato nella spalla: non valeva nemmeno la pena continuare a controbattere con una persona eccessivamente legata al passato.
La vita è adesso...
...perchè si sarebbe anche solo dovuto preoccupare di "soffrire" per una persona che aveva per lui un amore a senso unico, che si era limitato ad adorarlo da lontano? Mica era stato lui a strattonarla giù dal paradiso dichiarandole un amore che poi aveva vilmente tradito.
Beh, conoscendolo, avrebbe benissimo potuto farlo ma...no, questo non era davvero il caso.
Quando la sentì la piccola lama sfilarsi dalla sua pelle, Dante non mosse ciglio e si limitò, impassibile e algido, a fissare la ragazza che, ridendo isterica, correva via.
Sospirò poi, passandosi con aria annoiata la mano sulla lieve ferita che già aveva preso a rimarginarsi e leccandosi il dito sporco di sangue disse, con la stessa aria annoiata e scocciata:
-Non ho mai sofferto il solletico- e ritornò sui suoi passi, diretto alla sua tana misteriosa dove nessuno lo avrebbe più potuto disturbare...
...o fare il solletico.
Edited by Talitha¼ - 9/3/2013, 14:40.