Davanti ad una rosa appassita

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    Continuo di Sono pochi momenti, ma con una durata interminabile...

    hugouHugo

    Continuarono a camminare mano nella mano fino a che la lontana luce rossa non divenne sempre più definita e la scritta "OSTERIA QUATTR'OSSA" non illuminò i loro volti.
    -Siamo arrivati...-sussurrò piano Hugo più a se stesso che alla ragazza che lo accompagnava e così, con una strana non chalance, quasi come se quello che stava facendo fosse l'azione più abituale del mondo, aprì la porta alla strega e la invitò ad entrare.

    Dentro, un guazzabuglio di suoni e di odorni investiva tutto il piccolo ambiente.
    Adagiati su un bancone di legno, alcuni demoni e qualche lupo mannaro erano intenti a scolarsi intero boccali di birra discutendo animatamente su qualche argomento.
    I tavoli, per lo più occupati da bau bau, erano diventati un comodo appoggio per una serie di partire a carte o coi dadi.
    Sembrava non esserci traccia di stregoni o vampiri.
    Non fece in tempo ad azzardare un passo sul vecchio pavimento di legno che uno scheletro gli venne incontro, con un'aria ilare e cortese.

    -BENVENUTI ALL'OSTERIA QUATTR'OSSA!- urlò in faccia ad Hugo, che non riuscì a trattenere una smorfia di dolore per le sue povere orecchie-
    COSA POSSO FARE PER VOI?
    -Vorremmo un tavolo per due...
    -COSA? VOMITA LA NONNA??.
    -Un tavolo per due...
    -UN TOPO CON LA GONNA??-
    -UN TAVOLO PER DUEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!- urlò esasperato il mago in faccia allo scheletro provocando un silenzio surreale e glaciale.
    Tutti gli occhi (compre se cavità scure dello scheletro) erano puntati su di lui che, grattandosi il capo con fare timido, dispensava mesti sorrisi a destra e a manca accompagnati da sussurrati -scusi, scusi-
    Dopo qualche occhiataccia, il caos riprese come prima se non peggio.
    -DA QUESTA PARTE- riprese allora lo scheletro, senza abbassare nemmeno di un'ottava la voce squillante.
    Ad Hugo non rimase che alzare gli occhi al cielo e seguirlo.
    Lo scheltro gli condusse in un luogo separato da quella che il mago capì essere una sorta di "bar" o "home" dell'osteria, dove le urla e i gridi degli allegri commensali giungevano solo come un lontano eco.
    -ECCO A VOI- e, con la mano scheletrica, gli indicò un piccolo tavolo in disparte adornato con una tovaglia cremisi bucherellata e una rosa appassiti in un piccolo vasetto nero.
    -TORNO CON I MENU'..-fece per andarsene quando, voltandosi di scatto, fissò la Helen.
    -aspetta un'attimo..ma..MA IO TI CONOSCO!- disse lo scheletro, urlando ancora più di prima -TU SEI HELEN! HELEN LA REGNANTE! E' UN PIACERE RIVEDERTI, COME ANDIAMO?-
    e continuò a smielare un'altra infinità di domande senza minimamente aspettare una risposta della strega.
    Hugo si fece rigido tutt'ad un tratto: si era completamente dimenticato che Helen era una regnante! Cosa avrebbero potuto dire gli altri abitanti? Era forse per questo che si era beccato tutte quelle occhiataccie quando era entrato?




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    La strega sorrise ed esntrò prima dello stregone, anche se si fermò sulla soglia per far si che fosse lui stessoa chiedere il tavolo...e così fece.
    Mentre non guardava salutava con la testa tutti quelli che la stavano salutando, avendola riconosciuta: non voleva che il suo compagno pensasse che fosse una frequentatrice incallita dell'osteria...
    Helen non riuscì a nascondere l'imbarazzo quando il cameriere la riconobbe: grazie a quello scheletro si era, probabilmente, distrutta completamente la reputazione davanti ad Hugo...ora invece che una ragazza(più o meno) a modo, poteva apparire come una supermangiona amante delle taverne(com'era in realtà!).
    Helen, sedendosi di portò una mano alla fronte e guardando Hugo sussurrò uno:scusami con aria sinceramente dispiaciuta ed esasperata, ma non abbandonando un sorriso imbarazzato.
    Così, decisa a rimediare, mettendosi composta disse, rivolgendosi al cameriere:

    -In persona!...Grazie, è un piacere anche per me rivederti!- e la sua mano, quella così speciale, tenuta fino ad un scondo fa da Hugo, ora era stata rapita dal cameriere che gliel'aveva baciata...o meglio che le aveva appoggiato i denti alla pelle con fare ossequioso.

    -MERAVIGLIOSA COME SEMPRE HELEN!PORTO I MENU' ALLORA!- strillò, dopo aver lanciato un'ennesima occhiata ad Hugo, come per esaminarlo.

    La strega spolverò la tovaglia leggermente, non avendo il coraggio dia lzare gli occhi verso hugo: che magra figura che aveva fatto!
    Una volta che trova un ragazzo per bene, c'era sempre qualcuno che rovinava tutto...anche se il più delle volte era lei in persona a farlo.
    Sistemò in modo maniacale le forchette e il piatto, cercando almeno di rispettare quelle due o tre nozioni che aveva imparato sul galateo...
    Si guardò un pò intorno, cercando di evitare lo sguardo dello stregone, ma per evitare il silenzio e cercare di deviare il discorso, o quantomeno i pensieri,disse:

    -Allora Hugo...parlami un pò di te!Tu sai molte cose sul mio conto...e io niente sul tuo!ti prego:permettimi di conoscerti!-
    Si stupì lei stessa della frase che era riuscita a pronunciare.
    -Brava Helen!Vai così!-




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    hugouHugo

    Hugo avrebbe tanto voluto poter far accomodare lui stesso la strega al tavolo eppure, nel momento in cui il cameriere si era allontanato e lui aveva provato ad andare verso la sedia, Helen si era catapultata con fare agitato vero l'altra parte del tavolo e si era accomodata.
    Al povero mago allora non rimase che imitarla e guardare divertito come Helen stesse torturando le posate davanti a loro spostante e rispostandole un'infinità di volte.

    -Allora Hugo...parlami un pò di te!Tu sai molte cose sul mio conto...e io niente sul tuo!ti prego:permettimi di conoscerti!-

    Il mago rimase perplesso: in effetti era vero, lui non aveva assolutamente parlato di sè nemmeno una volta da quando aveva incontrato la ragazza in biblioteca (escluse quell'accenno sul cibo e sul denaro).
    Si schiarì la gola lanciando un'occhiatacci verso la porta dalla quale provenivano strani gridi e mugugni, quasi nell'altra stanza stesse avvenendo un incontro di sumo tra maiali e, scandendo bene le parole, disse:
    -Non c'è molto da sapere su di me sai? A meno che tu non voglia parlare dei miei studi magici o in campo botamico...beh in quel caso allora si, c'è abbastanza da dire...beh ecco io ho incominciato a studiare a...-
    No Hugo, così non va bene, vedi la sua faccia?? si sta annoiando a morte, non vuole sapere che cavolo di studi hai fatto!! vuole sapere di te, DI TE IDIOTA!
    Lo aggredì la sua conscenza, mentre la voce si dilungava in un elenco infinito di arti magiche e di spezie che aveva conosciuto per le pozioni.
    Ma come diavolo poteva cambiare discorso tutto in una volta?
    E fu così che, come un angelo inviato da Dio per salvare i poveri uomini, così il cameriere arrivò da loro, lanciando sul tavolo i consumati e vecchi menu...
    ...da quanto non rinnovavano le portate?
    -CHE COSA VOLETE FIGLIOLI?
    Hugo afferrò il primo volume che trovò e lo aprì alla prima pagina.
    Le pietanze sembravano divise per razza, così che ognuno potesse trovare più facilmente il giusto alimento; nella parte dedicata alle "streghe e strogoni dall'ampio stomaco" Hugo lesse "stufato di porri di vermi e alito di rana".
    Non indugiò oltre con la lettura
    -Io uno stufato di porri di vermi e di alito di rana- declamò fiero, restituendo al cameriere il menù.
    Quando anche l'altra avrà ordinato, l'argomento deve VIRARE VERTIGINOSAMENTE SU TE E NON SU QUELLE STUPIDE POZIONI...SEI COSI' IDIOTA DA NON AVERE ALTRI ARGOMENTI??
    Certo che aveva una coscienza proprio cattiva il povero mago eh?
    Perdomani, è una rule che fa un'pò schifo ma...sono quelle rule "di passaggio" e per iniziare a parlare dovevo aspettare che anche tu ordinassi ^^'




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    Helen si mise in ascolto, ma già alla parola "botanico" rimase spiazzata:
    -Cacchio...cos'è che voleva dire?L'avevo sentita già da qualche parte...ma cos'era...botanico...che buffa parola!Botanico...ahhh...ritorna ala tua espressione originale, idiota!Magari non si è ancora accorto della tua più totale indecenza!-
    Così come se un fulmine l'avesse trapassata in quel momento, si risvegliò e dalla sua espressione perplessa, passò a quella di una che cerca di ascoltare.
    In quel momento Hugo si era fermato, probabilmente vedendo la comica faccia di Helen e interpretandola come una annoiata.
    Helen si sentì mortificata perchè al contrario lei interpretò il gesto di Hugo come compassione nei suoi confronti:
    <i>-Lo sapevo!Se n'è accorto!Visto?Si è fermato!Perchè ha capito che sei stupida e che non puoi sostenere una conversazione di questo tipo!Come minimo ora opterà per un argomento più al tuo livello, come il cibo o giochi infantili...-
    E nello stesso momento in cui queste cose le annebbiavano la mente il cameriere era arrivato quasi a salvare l'autolesionismo interiore della strega ed aveva chiesto cosa ordinare.
    Helen aspettò che Hugo chiedesse, ma rimase a fissarlo per altri venti secondi dopo la sua ordinazione: era davvero seduta al tavolo con questo meraviglioso ragazzo?Solo in quel preciso istante tutto era diventato così reale...così-ALLORA?LEI COSA ORDINA?-
    Helen si risvegliò come da un incubo e disse senza neanche pernsarci:
    -Quello che ha preso lui!Ah...da bere...una normalissima acqua di palude!- anche perchè Helen non reggeva il vino e alcun tipo di alcool.
    Restituì il menù al cameriere che con un lieve cenno del cranio si mosse in direzione della cucina.
    Così, per dar prova ad hugo e a se stessa più che altro, di riuscire a sostenere una conversazione sulla bo...bo..ba...bat...ah!Botanica, disse:
    -Prego, continua!-
    e portò entrambe le mani al mento, appoggiando i gomiti sul tavolo.




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    hugouHugo


    Hugo rimase due secondi fermo immobile, a fissare la sua interlocutrice con sguardo interrogativo , come quelli che il capo della polizia scambia con un serial killer che cercava da mesi e mesi.
    Trovava la ragazza un essere terribilmente affascinante, capace di cambiare, umore, atteggiamento e voce nel giro di qualche secondo.
    Come faceva adesso ad apparire così concentrata e attrata alle sue parole che poco prima parevano averla annoiata a morte?
    forse non la stavo annoiando così tanto...
    pensò il mago, accennando un mezzo sorriso con la parte estrema delle labbra
    forse posso continuare così...NO! NO RAZZA DI IDIOTA CAMBIA ARGOMENTO!Accontentale! Vuole sapere di te di TE non di quante piante ti sei intossicato nella vita!!
    Allora, prendendo un respiro profondo, posizionandosi nella stessa posizione in cui era la ragazza (fregandosene altamente delle regole del galateo che VIETAVANO i gomiti sul tavolo) disse:
    -Non era nulla di importante...volevi sapere di me? Beh....come stavo dicendo prima, non c'è molto da sapere anzi, quasi nulla.
    Avevo una famiglia, ma mia madre è tipo scomparsa -
    con le mani, simulò la stessa mossa che si compie per gli incantesimi di sparizione - quando avevo appen 18 anni, eravamo in 12 fratelli, quindi ti puoi ben immaginare il fottuto casino che si era creato- sbuffò, si era ripromesso di non parlare più con nessuno di questi argomenti, persino gli amici che si era trovato qui in città non sapevano nulla o poco del suo passato.
    Ma Helen, Helen...
    ...si, qui puzza sempre di più di pozioni liberatoria...non può essere altrimenti!
    Riportare alla mente questi eventi si stava rivelando uno strazio e Hugo non poteva credere di farlo di sua spontanea volontà, forse, se ne avesse parlato più spesso con qualcuno, ora sarebbe stato capace di raccontarli con più calma ma...
    ...valutò l'opzione di fermarsi, stoppare la narrazione e concentrarsi su di un'altro argomento.
    Però il suo sguardo cadde su quello blu oceano dela strega davanti a lei affogandoci dentro: no, non si poteva assolutamente fermare, aveva bisogno di parlare.
    -e poi non solo! di quei 12 fratelli che eravamo uno era ancora in fasce...mi dici come cazzo si fa ad abbandonare un bambino di soli 2 mesi??? Due mesi Helen!- si era scaldato notevolmente, gli occhi plumbei ora sembravano igniettati da una ferocia folle, un'ira pura e omicida e puntavano driti la strega davanti a lui, quasi come se fosse colpa sua.
    Sciolse la posizione che aveva per staccarsi un pò dal tavolo e permettere meglio alle mani di mimare la narrazione, rendendola ancora più suggestiva.
    -così, in 11 con un bambino piccolo e un padre che doveva lavorare il doppio per mantenerci a tutti tirammo avanti; molti di noi abbandonarono gli studi magici per occuparsi del bambino o per dare una mano con il lavoro ma io...io non poteva farlo, la magia era ed E' tutto per me! E' il sangue che mi scorre nelle vene, è l'aria che respiro è la mia linfa vitale!
    Molti di noi, quando il bambino fu abbastanza grande per cavarsela da solo, se ne andarono, rimpendo per sempre i legami con la magia e, di conseguenza, con il resto della famiglia...
    ...altri restarono ma...chiaramente non potevano che odiarmi.
    Io non avevo fatto nulla per aiutare mio padre, per aiutare i miei fratelli...
    ...mi ero limitato a viaggire di città in città alla ricerca di un'utopia-
    sospirò, la rabbia sembrava essere sbollita e ora, quasi come se avesse perso tutte le forze, si lasciava cadere sulla sua sedia di legno - e del resto, come biasimarli? Nessuno di loro poteva mai minimamente immaginare che esistesse, che io un giorno lo avrei visto...- fissava il pavimento, un freddo pavimento grigio che, però, ora al mago sembrava tinto di mille colori, mille forme che, insieme, formavano al sua storia.
    -Mentre ritornavo da un viaggio, mio padre si ammalò: gli mancava terribilmente mia madre -ancora mi chiedo come si possa amare una serpe simile- e così, si era lasciato andare, non beveva più l'elisir di giovinezza o quelli per le malattie...- chiuse gli occhi, rievocare quei momenti era ancora come una stilettava al cuore.
    -Non mi fermai per vederlo morire, mi limitai a salutarlo quando ancora era sul letto di morte, in fin di vita, ma non morto-

    Fallo....fa quello che non ho ...mai....fatto io...
    Ecco quello che gli aveva detto, e che lui aveva subito capito: segui la tua passione e trovala al mio posto.
    Ma Hugo non lo disse, ad Helen, temeva di scoppiare in lacrime, e questa era l'ultima cosa che voleva.




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    witchbysimosi21Helen


    Dai suoi occhi azzurri uscirono due lacrime che le solcarono il viso.
    Sentì un crack immenso proveniente dal suo petto.
    La sua espressione era diventata di compassione....ma non quella compassione mista a pena, no...compassione nel vero senso della parola!
    Cum patior...soffrire con...
    Ecco cosa stava facendo Helen: soffriva insieme ad Hugo.
    La storia dello stergone, come un drammatico film, si proiettò nella emnte di Helen...ma assieme a questo vide suo padre, sua madre...il rogo...e la sua vita andata in pezzi come un vecchio puzzle...dimenticato da tanto, troppo tempo, riportato alla luce ora grazie alle parole di Hugo.
    La strega si alzò di scatto e sedendosi sulle gambe del mago, ovviamente senza chiedergli il permesso, lo prese tra le sue braccia annodandogli le braccia dietro al collo, facendo affondare la faccia dello stregone nel suo collo.
    Lo tenne stretto, forte, senza dire niente.
    I suoi morbidi capelli caddero addirittura sulle spalle del mago, da quanto Helen lo teneva vicino...poteva sentire i battiti cardiaci di Hugo...e lui i suoi.
    Cosa dire? Niente: troppo banali le parole ti capisco, o -mi dispiace....era ovvio no?
    Un abbraccio era tutto quello che Helen riusciva a dargli...tutta se stessa, tutto il suo dolore, tutta la sua ammirazione...tutta la sua compassione...
    Restarono lì per non so quanto:ilt empo sembrava essersi fermato.
    Iniziò ad accarezzargli i capelli bianchi, meravigliosi e soffici, intrecciansoli con le dita.
    Forse poteva sembrare un gesto banale o infantile...ma Helen d'istinto sentì che quella era la cosa giusta...sentiva che sia lei che Hugo ne avessero bisogno.
    ...
    ...
    Dopo pochi momenti di allontanò lentamente e gli sfiorò la guancia con le labbra.
    -Grazie...- sussurrò.
    -Grazie di avermi permesso di conoscerti...grazie mille...-




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    hugouHugo


    -Helen...-sussurrò il mago, non appena vide due lacrime gemelle solcare il dolce viso della strega...-Helen no non devi....- ma non fece in tempo a finire.
    Con un agilità e grazia quasi disumani, la strega salì sulle ginocchia del mano lo abbracciò, massaggiandogli il capo e affondandogli il viso sul suo collo.
    Hugo non poteva credere che la maga avesse una pelle così calda e soffice, non gli sembrava vero: si erano conosciuti qualche ora fa, si erano ritrovati a mangiare assieme e adesso...sentiva quasi che la strega gli appartenesse, come se da sempre fossero stati legati da un filo invisibile che, ora, era riuscito ad unirsi e a cucirli assieme.
    Sospirò Hugo, come se, con quel sospiro, buttasse all'aria tutta la tensione e la storia che aveva appena raccontato e anche lui abbracciò la strega.
    Era magra, magrissima e il mago dovette calibrare bene dove andare a posizionere le sue mani per non sembrare troppo invandente.
    -Helen...- sembrava che il suo cervello si fosse resettato, e che ora, conoscesse quella sola parola...
    ...e che gli bastasse per comunicare tutto quello che sentiva.
    Poichè solo quel nome, quelle singole lettere che prese singolarmente non significavano nulla, composte in quel modo gli aprivano un mondo e lo facevano volare.
    Non mi sono mai sentito così prima d'ora.

    -Grazie...- sussurrò.
    -Grazie di avermi permesso di conoscerti...grazie mille...-


    Hugo, si staccò dal suo collo, quasi le parole della strega lo avessero riportato alla realtà.
    -Grazie...?- riprese sorpreso, mentre, con una mano, le accarezzò la guancia ancora umida per le lacrime appena cadute -ti ho fatta piangere Helen, non volevo.....mi dispiace...- si avvicinò un'pò di più, recuperando il divario che aveva fatto la strega dopo averlo ringraziato.
    -Grazie a te piuttosto- disse dolce, mentre la mano ancora indugiava sulla morbida gota della ragazza -grazie per tutto questo...- e mentre la sua coscienza piano lo stava allontanando, e le sue labbra spingevano dove, in teoria, non sarebbero dovuto essere, arrivò ancora l'angelo che prima lo aveva salvato da una noiosa discussione, adesso lo salvava da una figuraccia di cui si sarebbe vergognato in eterno:
    -ECCO LA PAPPAAAAAAAAAA!- lo scheletro entrò esuberante, bloccandosi di colpo non appena vide i due maghi: l'ultima cosa che si immaginava era la situazione che si era venuta a creare in sua assenza -oh! ahaha...che situazione imbarazzante?- disse mentre si grattava il cranio con la mano libera dallo stufato.
    -NO! NON NON E' COM SEMBRA!- Hugo scattò in piedi, sollevando tra le braccia la strega e adagiandola in piedi piano, mentre si agitava come un matto, quasi avesse compiuto un qualche reato.



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    witchbysimosi21Helen


    -NO ESATTO! NIENTE!- assecondò Helen sventolando le mani.
    Era alquanto imbarazzata, ma mai sarebbe ritornata indietro sui suoi passi: il respiro così vicino di Hugo le aveva fatto provare sensazioni indescrivibili...
    Anche se comunque si stava in quel momento vergognando abbastanza di averlo fatto.
    Al contrario, Helen maledì quell'arrivo...non solo per dire: in un millisecondo gli lanciò il malocchio...una delle poche magie invisibili.
    Socchiuse gli occhi e guardò storto, appunto, lo scheletro.
    Bene:la sua piccola vendetta l'aveva portata a casa!
    Aiutò quindi, molto falsamente, il cameriere a mettere i piatti in tavola e con un sorriso lo congedò.
    Questo dopo aver detto:
    -COMUNQUE, BASTAVA CHIEDERE UN PO' DI PRIVACY, EH?- ridendo, se ne andò, ma non appena voltò l'angolo cadde rompendosi un femore.
    Le grida di dolore tuonarono per tutto il bar.
    Helen sorrise conginugendo le mani e sbattendo le ciglia, quasi compiaciuta delle strilla di dolore e sibilò tra i denti:
    -Ben ti sta!-
    guardando Hugo, alzando il sopracciglio destro in segno di complicità, come se sapesse che lo stregone avesse capito la magia lanciata.
    Gli appoggiò la mano sulla sua, accarezzandola lievemente e prendendo il cucchiaio tra le mani disse a gran voce:
    -Buon appetito!Pancia mia fatti capanna!- e si portò il cucchiaio alla bocca, pieno di brodo verde concludendo l'azione con un gemito di piacere, poco fine ed appropriato,dovuto alla bontà del pasto.
    Adorava mangiare, sopratutto quel piatto!
    Casualmente aveva preso proprio quello che avrebbe preso lei!
    Aspettò che anche Hugo portasse il cucchiaio alla bocca e tutta eccitata disse:
    -Allora?Ti piace?-
    Stava per aggiungere un: "Se non ti piace lo mangio io!" ma aveva troppo l'aria di "mangiona vorace".
    Quindi, fortunatamente, aprì solo la bocca e la richiuse, ricacciando questo infimo discorso giù nella gola.




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    hugouHugo

    Hugo non potè non scoppiare a ridere non appena lo scheletro si sfracellò al suo suolo provocando un “crack” talmente forte da sovrastare tutti i rumori che c’erano nell’osteria.
    -Ma Helen! Sei cattiva- disse, mentre tentava di smettere di ridere e si tergeva le lacrime con la manica della maglia- adesso ahahhaha….adesso dovrà comprarsi un nuovo femore…e non è un osso che si trova molto qui nei mercati cittadini-
    Dovette risiedersi per quanto gli dolevano gli addominali.
    Gli stava bene, gli stava benissimo a quello stupido scheletro ficca naso che del resto…
    …stava facendo il suo lavoro!
    Beh, poco importava, era arrivato in un momento troppo particolare quanto pericoloso…e quella era la triste punizione che si era meritato.

    -Buon appetito!Pancia mia fatti capanna!-

    Fu solo quando la ragazza mise in bocca la prima cucchiaia della brodaglia verdognola che Hugo incominciò a ritornare serio, dimenticando il buffo evento di poco prima.
    Il mago era scettico, sebbene le cose che mangiava di solito non erano tanto diverse da quel colore, i misteriosi oggetti che vi vedeva galleggiare e l’odore davvero poco invitante che emanava non lo incitavano a impugnare il cucchiaio e fendere il liquido bollente.
    Ma alla ragazza parve piacere molto la pietanza, ed ogni singolo muscolo del suo viso sembrava in attesa di un suo parere e così, prendendo il mano il cucchiaio come se pesasse più di lui e di Helen messi insieme e prendendo un’po’ di brodaglia dal piatto fumante, lo portò alle labbra.
    Bhe, di certo non era il cibo più buono e prelibato che avesse mai mangiato ma…non era neppure tutto questo schifo che si era immaginato!
    I porri di vermi, si sentivano appena nascosti dall’alito di rana che invece, per i suoi gusti abbondava.
    -Buono..-disse poi quando ebbe gustato a pieno la cucchiaiata accennando un sorriso alla ragazza – davvero buono, ho fatto bene a sceglierlo!
    Non lo avrebbe finito, lo sapeva per certo: aveva detto che non era schifoso, certo ma…in campo culinario Hugo non era uno di quelli che inghiottivano tutto quello che era commestibile e questo, oltre al motivo economico, era il secondo fattore che lo tratteneva dal diventare un cliente abituale delle osterie.
    -Per il momento abbiamo parlato solo di me Helen- riprese il mago, avvinando a sé il suo piatto e incominciando a mangiarlo sul serio –ma…io non so nulla di te. O meglio, so che sei la nostra regnante e la custode del leggendario Memento Mori ma…chi è Helen Beatrix?- e si fermò con lo sguardo sulla ragazza che era tutta presa dal suo brodo cercando di imitare lo stesso sguardo intrigante e interessato che aveva avuto lei mentre lui stava riportando alla luce il suo triste e cupo passato
    Hugo, così sembri un’idiota e la spaventi
    Ecco la solita coscienza…
    Sei a buon punto con lei…me lo spieghi perché devi rovinare tutto con le tue facce da vero idiota??
    Quando avrebbe voluto uno specchio per vedere se stesse riuscendo almeno un’po’ nel suo intento!
    Forse si , forse sembrava davvero un’idiota e prima così, prima che la strega potesse sollevare lo sguardo dalla minestra che aveva praticamente già divorato (ma come diavolo ha fatto in così poco tempo?!) Hugo si ritirò indietro e assunse un normale sorriso-forse piuttosto ebete- in volto.
    -Mi sembra lecito, io ho parlato, ora parli tu.






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    In pochi istanti il cucchiaio di Helen stava già raschiando il fondo del piatto.
    Quasi e ripeto, quasi, sazia alzò il cucchiaino all'altezza della bocca e sorrise, specchiandovisi.
    -Proprio, proprio buona!Sì: hai fatto bene a sceglierla!- rettificò anche lei.
    Riposizionò il cucchiaio e sospirò rumorosamente, in un tono acuto: era segno di soddisfazione.
    Guardava Hugo portare alla bocca, con fatica evidente, la brodaglia verde.
    Si mise un pò a fissarlo mangiare, sgranando gli occhi e facendo scomparire il collo tra le spalle, come se un'aquila stesse a fissare la sua preda tanto ambita....un'aquila stupida però.
    Non appena Hugo le chiese di parlare di sè, gli occhi azzurri si tinsero di una tonalità più scura, improvvisamente.
    Per sdrammatizzare subito disse:
    -Meglio che ti risparmi l'imbarazzantissima storia di una bimba orfana di padre dall'età di cinque anni,e di madre all'età di sei, vincolata ad un libro magico che le pesava più di una montagna...eheheh...eh...eh...- sorrise amaramente sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e distogliendo lo sguardo da quello interessato del mago.
    Non amava rivangare il passato...non eprchè le creasse tristezza...niente affatto!
    Le creava nostalgia più che altro...la nostalgia di quei tempi passati a giocare con suo padre....quando ancora la magia era usata a fin di bene...
    Notando l'espressione impassibile e irremovibile dello stregone sbuffò e in tono cantilenante disse:
    -D'accordo!Va bene...sarà un pò lunga...spero di non annoiarti...-
    Tirò un respiro enorme, come se dovesse privare il mondo epr un istante dell'ossigeno e iniziò a raccontare, gesticolando come non mai:
    -Sono nata il 5 Maggio del Millekedcgievsgrtento-non saprai mai quanto anni ho in realtà- da un falegname e una strega, di nobili origini...il nostro era un paesino sperduto nelle montagne...hai presente quelli che ti ritrovi solo nei dipinti?- e intanto puntava il tavolo disegnando una mappa immaginaria:
    -Proprio così!Identico...inverosimile...eravamo di quella ricchezza inutile, epr essere....ma sopratutto eravamo felici!La mia mamma mi ha insegnato tutto sulla magia...questo potere- e si guardò le mani
    -Lo devo proprio a lei!Il mio papà mi ha insegnato invece ad usare il coltello...oddio: sono veramente impedita con il coltello...ho una mira pari a quella di un bradipo morto e porto il suo povero pugnale qui per bellezza- e dicendo questo con il tono con cui si racconta una favola mostrò il pugnale d'oro e avorio che si portava dietro...era molto grande:quasi un avambraccio!
    -Bello eh?In ogni caso la nostra famiglia era di quella nobiltà che tutti ti chiamano" signorina Helen" quando passi...- ecco, il discorso si afceva lingo d asostenere, ed Helen stava perdendo un pò di congiuntivi e connessioni logiche tra le frasi...quindi chiediamo perdono se sarà più arduo il leggere da qui in poi!
    -Un giorno...arrivarono dei cattivi....non so cosa volessero...penso epr i soldi...o per altro, non sò...uccisero il mio papà...- incrociò le braccia, appoggiandole sul tavolo e iniziò a guardare un punto imprecisato sul muro:
    -Cosa capì quel giorno?Innanzi tutto l'amore che provavo per il mio papà...tanto tanto...l'amore che provava la mamma per il mio papà...tanto tanto...e che mai bisogna ferire così in profondità una strega....mai!-
    Fece una piccola pausa.
    Riprese il respiro.
    Si faceva più dura di quanto pensasse.
    Non guardò mai Hugo, perchè aveva paura di piangere....quindi si limitò a guardare il muro inerme, che el appiattiva ogni espressione.
    -Quello fu il giorno in cui nacque la magia nera...Aradia la strega nera l'aveva creata...per amore...Ah!Aradia è la mia mamma!-
    L'ultimo presente usato era voluto morta o viva quella rimaneva la sua mamma.
    -Quanto terrore può fare una donna immortale, innamorata e arrabbiata?Non puoi averne un'idea...allora mia mamma mi fece l'incantesimo di vita eterna...sono immortale dall'età di cinque anni!-.
    Si decise a guardare il suo interlocutore dritto negli occhi.
    Quel momento era fondamentale.
    Sapeva che stava diventando noiosa, ma ormai era entrata nel racconto e il fermarla era impossibile.
    -La peste e le malattie causate dai malefici durarono epr circa 11 mesi...finoa quel giorno...mi disse -Ti voglio bene amore mio...la tua mamma rimarrà semrpe con te Helen...ma devo fare quel che devo fare...-...non capii subito...in pochi istanti mi ritrovai con un pugnale in una mano, un libro pesantissimo nell'altra, un cappello nero in testa- e se lo indicò
    -E una canzone nella mente...scoprì dopo cosa celava quella melodia e cosa mia madre voleva intendere con quelle parole: il giorno 8 Luglio dell'anno 1506, Aradia si arrese a quel popolo che aveva per millenni tanto aiutato e in poco tempo tanto odiato...fu bruciata sul rogo.
    La prima strega bruciata sul rogo....il suo nome rimarrà nella storia!Non sono triste....sono fiera di lei...Un'unica cosa mi ferì più di ogni altra...quella canzone.
    In quelle aprole c'era insita la parola segreta per aprire la sezione MAGIA NERA nel Memento Mori...la pagai cara...-
    e concluse con una smorfia di dolore.
    Rimase un secondo in silenzio, per poi congiungere le mani dicendo:
    -Questa è la famosa Helen Beatrix...una bambina che all'età di cinque anni aveva segnata sulla sua pelle l'immortalità e la magia nera...mi dispiece, non sono interessante come ti aspettavi...- e alzando le spalle e socchiudendo gli occhi, sorrise in modo tenero.
    Ora che il "mito" di Helen era stato sfatato...cosa sarebbe successo?

    Scusa ma mi sono lasciata prendere un pò la mano!Prometto che non lo farò più! :1205853785-Pazze11.gif:




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    Hugo rimase impassibile e, nel momento in cui la ragazza gli sorrise e dichiarò la sua storia conclusa, si limitò ad alzare con fare interrogativo un sopracciglio e piegare le labbra in una posizioone schifata.
    -Ah si?- disse poi, con un tono che confermava la sua espressione schifata -davvero tutto qui? Cioè....di te in giro si parla tanto per...cosa? Questo? Una povera orfanella ? Ma dai, non farmi ridere....- disse, allontanandosi il piatto davanti con fare brusco.
    Attese qualche secondo e le labbra si capovolsero e il ghigno divenne un riso, le sopracciglia si rilassarono, gli occhi si illuminarono...
    ...e il mago iniziò a ridere, una risata calda e accogliente, che accompagnò prendendo tra le mani una piccola mano guantata della strega.
    -Helen- disse poi con voce dolce, totalmente diversa a quella di poco prima -ma davvero credi che mi importi qualcosa del "mito di Helen"?? Ma chissene frega! Davvero...
    ...voi sovrani siete un'pò troppo fissati con le apparenze, l'ordine e il "mito di tale persona"! Andiamo! Helen...
    ...anche io ho avuto un passato che è una vera...come dirlo in modo carino..merda?
    E con ciò?
    Ora sei quello che sei, hai il Memento Mori, possiedi tutta la storia della magia nelle tue mani...e volente o nolente, sei la strega più potente che esista.
    Che mito avresti sfatato?
    Mi spiace, ma se credevi di cacciarmi o farmi scappare via a gambe levate per una storia come questa, ti sbagli di grosso.

    Tacque infine e lasciò delicatamente la mano della ragazza distogliendo allo stesso tempo gli occhi dal viso della giovane.
    -E poi- riprese mentre si toglieva il tovagliolo dalle gambe -se volevi cacciarmi potevi dirmi che in realtà tu eri un insetto con magiche sembianze umane o dovevi recitare la parte della stupida strega vizziata di alto lignaggio..
    ...non certo raccontarmi questa storia che puzza di verità e sofferenza da tutte le parti!-
    concluse ironico il ragazza, regalandole un dolce sorriso.
    Sapeva che aveva bisogno di questo e non tanto di coccole o carezza...
    ...Hugo non sapeva quanta gente avesse mai consolato Helen eppure, sapeva in cuor suo che la medicina perfetta non era un "poverina" o un "mi dispiace" ma un sorriso, un sorriso e una risata, che, di certo, avrebbero fattao sorridere Helen anche su un argomento e su un passato tanto lugubre.
    Come faceva a saperlo?
    Hugo non saprebbe dirvelo nemmeno adesso: ma lo sapeva, lo sapeva e basta.



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    Inizialmente,a lzando un soppracciglio Helen rimase sbigottita e abbastanza confusa: non capì subito l'ironia sottile del giovane!
    Sentinte: dov'eravate quando ho detto che Helen non è la persona più intelligente di sto mondo?Nella scala gerarchica d'intelligenza è poco sopra al radicchio rosso e poco sotto al cavolo verza.Anzi: da quando il radicchio scoprì che abbasando la maniglia in una porta, questa si apre, passò sopra ad Helen.
    Però, quando il tono di Hugo,ma sopratutto l'espressione cambiarono, Helen tirò un sospiro di sollievo e anzi: si mise a ridere pure lei!
    -se volevi cacciarmi potevi dirmi che in realtà tu eri un insetto con magiche sembianze umane o dovevi recitare la parte della stupida strega vizziata di alto lignaggio..
    ...non certo raccontarmi questa storia che puzza di verità e sofferenza da tutte le parti!-

    Helen schioccò le dita ed esclamò:
    -Cavolo!C'ero quasi!Era prorpio quello il mio intento!Quest'altra volta dovrò essere più convincente!- e iniziò a ridere di gusto.
    Aveva ragione:era quello che le servivia...riderci su!
    Nessuno avrebbe riportato in vita sua mamma e suo babbo...e di certo ricordarli piangendo non sarebbe stato un gran modo per rendergli omaggio, no?
    Fu tanto grata al mago che disse:
    -Permettimi di offrirti il dessert!Un appuntamento non è velido senza il dolce!- e senza neanche aspettare una risposta ruggì:
    -CAMERIEREEEEEEEEE!UN'ENORME FETTA DI PAN DI SPAGNA, CON BACCHE DI RUBINIA E ZENZEROOOO!-
    Il silenzio divenne pesante per dieci secondi,e la strega alzano un soppracciglio chiuse la bocca alquanto seccata, si alzò compostamente, portò la mani alla bocca e ruggì ancora più forte:
    -OLTRE CHE IL FEMORE HAI PERSO ANCHE L'UDITO!?-
    Aspettò in quella posizione altri tre secondi tendendo l'orecchio ad una possibile risposta, cercando di captarla tra le risate dei bau bau nell'altra stanza.
    -NON SONO FRED!SONO BOB!-
    -CIAO BOB!COME ANDIAMO?- iniziò a gridare sarcasticamente.
    -BENE GRAZIE!LEI?-.Sinceramente Helen non si aspettava una risposta del genere.
    -MA MI PIGLI PER IL...- rivolse uno sguardo a Hugo, fermandosi e risprese:
    -PER I FONDELLI? SE TI AVVICINA MAGARI NON MI DEVO SGOLARE, TI PARE!?-- e si risedette, come se il tutto fosse normalissimo.
    Con un gesto di comlicità misto a "ci penso io" sventolò la mano, mettendosi in attesa.
    In pochissimo tempo uno scheletro, con i baffi finti, orrendi per essere, si avvicinò tremante e disse:
    -E-Eccomi...-
    Helen ritornò quella di sempre: ami scherzare con il cibo con lei presente....e mai privarla di esso!
    -Lo vedo!Ci porteresti gentilmente una bella ENORME, ripeto in caso non avessi capito, ENORME fetta di pan di spagna con bacche e zenzero?-.
    -Certo!- appuntò tremante lo scheletro su un taccuino.
    La strega sorvolò sul fatto dell'inutilità di quel gesto(in fondo era solo una trta epr Diana!)
    e chiese:
    -...e due cucchiaini!Grazie!- e lo scheletro baffuto si allontanò.
    Helen, soddisfatta si rivoltò verso il suo compagno.



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    Hugo si scompisciò dalle risate fino ad avere male agli addominali.
    Ecco, aveva rincominciato a piangere...riusciva almeno una volta a non piangere mentre rideva?
    Dovrebbe esistere una qualche pozione per questo...
    Ma mentre lui si stava ancora asciugando le lacrime , lo scheletro portò di due cucchiaini come da richiesta e li porse, non senza accentuare un'aria scocciata e stufa, sul tavolo dei due maghi.
    -Mangiamo dai...-sbiascicò Hugo, versandosi un'pò d'acqua nel bicchiere ancora asciutto e prendendo una forchettata del dolce -a noi!- disse sollevano il cucchiaio, quasi fosse un bicchiere colmo di champagne pronto per un brindisi e, con una mossa rapida e felina, si infilò il cucchiaio e il suo contenuto dritto dritto in bocca.
    La torta era buona! Finalmente qualcosa riusciva a soddisfare pienamente il suo palato piuttosto delicato.
    Era una brillante quanto eccellente fusione di vari ingredienti dolci con l'aggiunta di qualche spezia magica (ovvero ricavate solo con l'aiuto di qualche coltivazione magica) che le conferiva un qualcosa di amaro.
    Davvero, davvero squisita!
    -MMM...buona!- esclamò Hugo, prendendone subito un'altra cucchiaiata -ottima scelta helen!-disse ma, mentre il suo palato finiva di gustarsi il boccone...
    ...il povero mago si rese conto di non sapere più cosa dire! Fino a quel momento, gli argomenti erano venuti uno dietro l'altro senza troppo bisogno di cercarli ma...adesso? Si erano presentati, si erano confidati i proprio passati..
    ...cosa mancava per ampliare la loro conoscenza?
    -Dove vivi??- chiese poi, senza trattenere un bagliore soddisfatto nei suoi occhi -cioè...com'è la tua stanza? carina? -

    PERDONAMI PERDONAMI PERDOMANI MA...OGGI SONO AFFETTA DA....COME SI DICE? BLOCCO DELLO SCRITTORE?? NON SO ASSOLUTAMENTE COME CONTINUARE LA RULE! O MIA SALVATRICE, VIENI IN MIO SOCCORSO TI PREGO!





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    Coscienza concupiscibile Coscienza razionale

    Ad Helen cascò il cucchiaino, che rintoccò sul piatto.
    Non aveva toccato niente del dolce e non intendeva farlo!
    Si era trattenuta tutta la sera dal saltargli addosso, ad ogni spostamento di capelli e ad ogni volta che innocentemente si era leccato al bocca...
    Ora però era lì davanti e quello,a suo parere, era proprio un invito.
    Abbassò lo sguardo, pensò al modo in cui aveva lasciato la sua camera, quindi un casino assurdo, e si ammonì:
    -che idiota!La mamma lo diceva sempre: quando esci di casa sempre mutande belle e pulite e la camera pulita!-
    Per la prima parte era ok: le sue mutande di pizzo avrebbero fatto invidia ad ogni modella...ma la sua stanza...
    Neanche la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki procurò tanto macello quanto ce n'era nella sua camera.
    Ma non le importava più di tanto:cacchio l'avrebbe vista Hugo!
    Ci sarebbe entrato!Solo lui e lei nella camera!Insomma...Helen iniziava già a farsi i viaggi mentali che solo una donna può farsi.
    Afferrò la tovaglia, rossa come lei e disse tremante:
    -Ti... piacerebbe vederla?-.
    Anche se il suo sguardo poteva sembrare innocente, le sue parole non lo erano: sentiva che erano stati fatti epr stare insieme...in ogni senso possibile.
    E la goccia che fece traboccare il vaso fu prorpio quella del mago.
    Lo so a cosa state pensando: -Non si è mai vista una donna che lo propone all'uomo!
    E' vero!Ma qui siamo nella città di Halloween!Le regole sono completamente invertite: al parte dell'amante passionale al massimo, ora la stava facendo Helen.
    Lo voleva.Ora.Immediatamente.Nella sua camera(se così si poteva chiamare).
    Se non avesse avuto paura di un rifiuto, gli sarebbe saltata addosso sul momento...
    ma la sua mente, quel poco che le era rimasto, le gridava:
    -Stupida!Ora penserà che sei una ninfomane- e in quel momento non aveva tutti i torti- - che non voleva altro dall'inizio!Rifiuterà!-
    -Testaccia del cacchio, ora smetti:non mi sei mai stata d'aiuto, e non me lo sei di certo ora!Smetti e stai zitta!-
    Per una volta aveva fatto ciò che voleva...sperava solo di non deversene pentire subito!
    Scusa se ho calcato molto la mano verso quella parte...ma questa cena sta durando molto!XD




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    hugouHugo


    ahha non ti preoccupare Ems! va benissimo così!! Tu che con il tuo pg puoi fare queste azioni spropositate e, se mi consenti, un'pò vergognose falle pure! Helen non ha peli sulla lingua, con lei puoi agire e fare anche spropositi.
    Io invece con Hugo...beh...sono un'pò impossibilitata. E' troppo perfettino per permettersi tali slanci...come dire?...passionali?


    -Si!- esclamò Hugo di getto, ancora prima che la sua mente annebbiata dall'entusiasmo della strega potesse rendersi conto di cosa stava facendo accettando quell'invito.
    Da quando quel semplice invito a cena si era trasmormato in...ecco...
    ...un appuntamento vero e prorpio?
    Non era partito tutto come un semplice pasto tra "colleghi" prima di un approfondito studio sul Memento Mori?
    Hugo lasciò cadere il cucchiaio che teneva in mano velocemente, mentre, con le dita, chiamò il camerire che vide passare dalla porta proprio in quel momento.
    -IL CONTO!- urlò per farsi sentire
    - sarò davvero lieto di vedere la tua camera, sai....
    ...vorrei vedere se anche nella tua c'è quel inesorabile casino che c'è nella mia-
    ammise arrossendo leggermente mentre si grattava il capo: si, nemmeno lui credeva a quella stupida scusa che aveva accampato...
    ...poteva essere così scemo?
    Come avrete ben capito, quello si toccarsi i capelli quando era agitato era un tic che nemmeno la magia o qualche formula era in grado di toglierli.
    Il conto arrivò dopo nemmeno un minuto e, questa volta, non fu il solito scheletro a lasciarlo bensì una bambola di pezza con un solare sorriso cucito sulla faccia che, senza minimamente fare caso alla strega, consegnò il folgietto ingallito del colto nelle mani del mago attendendo il pagamento.
    Se Hugo non fosse stato tanto preso dall'uscire immediatamente da quel luogo, forse avrebbe trovato fastidioso lo sguardo languido e malizioso che la bombola le stava lanciando ed invece, sorridendole, non se ne accorse nemmeno e anzi, versandole in mano un paio di monete d'argento, disse veloce:
    -Ottimo servizio! Grazie mille e tieni il resto!- e, prendendo per mano Helen, si catapultò fuori, senza badare nè al saluto malizioso che gli riservò la cameriera, nè quello urlato e caloroso che lanciò ai due l'oste all'entrata.

    -Ah! finalmente fuori...- sospirò il mago, nel momento in cui l'aria gelida li avvolse lasciando alle spalle il calore dell'osteria che, ora se ne accorgeva, era davvero pesante e quasi insopportabile.
    Ecco, ora erano fuori ma...cosa fare adesso?
    Forse il mago aveva agito senza fermarsi a riflettere abbastanza, si era fatto prendere un'pò troppo dall'emozione e, si vergognava a dirlo, da quella voce interna che, da quando era adolescente, aveva incominciato a infonderli nella mente strani pensieri, controllando talvolta anche le sue azioni.
    Ma questa purtroppo, era una voce non facile da reprimere , sopratutto se a farla infuriare e provocarla è la vicinanza con una donna come Helen che, diciamo, aveva ottenuto dalla natura molti di quegli attributi e di quelle sembianze che alle donne non sono sempre concessi,.
    E fu proprio nel momento in cui si accorse che forse aveva accelleratro troppo le cose con quel suo fare rapido e scattante, le sue guancie si tinsero di un rosso accesso e la voce perse di quella sicurezza che aveva aquistato andando avanti con la conoscenza della giovane.
    -B-bene...- riprese quindi, lanciando un'occhiata alla ragazza -allora?-
    Non voleva ribadire l'invito, perchè una parte di lui sapeva perfettamente che farlo avrebbe segnanto la fine della sua anima razionale ma dall'altra parte, qualcosa nel suo animo desiderava ardentemente che la ragazza lo portasse la dove aveva promesso che, tenendolo per mano, lo portasse in un luogo dove avesse potuto sopprimere questa stupida ragione che, da sempre, gli impediva di fare ciò che voleva, quando e come voleva.
    Era stata pur sempre lei ad invitare lui no?
    E' vero...aveva introdotto lui l'argomento delle "camere" e lui aveva accettato molto ma molto volentieri l'invito della strega (forse ostentando anche troppo entusiasmo)....e che si fosse spaventata davanti al suo fare entusiastico? Che adesso sembrasse solo un vecchio perverso che non attendeva altro da quando i loro occhi si erano incontrati lì, in quel buio corridoio della Biblioteca Municipale?
    Calmati hugo, stai farneticando, sono i soliti sensi di colpa che arrivano per frenare le tue azioni...no, lei non è spaventata...
    Le gettò uno sguardo indagatore, esaminando la sua espressione...no, in effetti non sembrava impaurita.
    Ma poi...
    MA PERCHE' TUTTA QUESTA ANGOSCIA!
    Magari il suo era solo un perverso quanto triste e beh....si...anche eccitante film mentale che si stava facendo lì, nel bel mezzo del gelo illuminato appena da una luce rossa al neon.
    magari, la strega voleva davvero solatanto fargli vedere la sua stanza...
    ..per poi dargli la buona notte tanti saluti e cacciarlo fuori.
    Hugo non potà trattenere un triste sorriso quando questa idea si piantò nella sua mente, un sospito di cui si vergogno anche mentre finiva di esalarlo.

    Fissava ancora la strega, cercando di carpire dai suoi occhi che cosa stesse pensando: perchè non poteva avere lì la pozione della lettura dei pensieri? Avrebbe pagato uno sproposito pur di leggere i pensieri della ragazza che gli stava di fronte.

    la risposta è si: mi sono fatta prendere un'pò la mano ma...era il minimo dopo che ieri sera non ho risposto




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